Alexis Tsipras (foto LaPresse)

Tsipras di elezioni e di governo

Marco Valerio Lo Prete
Il premier greco torna alle urne, questa volta col volto da statista.

Roma. “Gli elettori greci devono poter giudicare l’accordo di salvataggio” raggiunto con i creditori internazionali, “il migliore possibile che potevamo ottenere”. Così ha parlato giovedì sera Alexis Tsipras, prima di rassegnare le dimissioni dalla premiership greca. Si voterà attorno al 20 settembre. Per Atene saranno le seste elezioni parlamentari negli ultimi otto anni. Tsipras correrà di nuovo, la sua strategia punta infatti a capitalizzare la popolarità che gli resta, liberandosi però del fardello costituito dalla minoranza più estremista di Syriza che non ha accettato lo scambio tra riforme e aiuti finanziari concordato con gli stati europei lo scorso 13 luglio. “L’Europa non è più la stessa dopo che Syriza è andata al potere”, ha detto Tsipras.

 

Se non è propaganda elettorale, le assomiglia molto. Perché dopo sette mesi al governo, a essere cambiato sembra proprio Tsipras. Il metodo di Alexis e compagni, la student politics anti austerity che fece irruzione nell’algida e rigorosa Bruxelles, ha vissuto il suo massimo splendore a fine giugno, con la convocazione a sorpresa di un referendum su una bozza di accordo con i creditori. Poi, scartata l’uscita dall’euro (“sarebbe stato un suicidio”, ha ammesso dopo Tsipras), per il premier è iniziata la stagione da statista, diplomatico e privatizzatore. Finché dura.

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