La regina di Spagna Letizia (foto LaPresse)

Podemos contro il re

Redazione
A Barcellona via i busti monarchici, e cresce l’indipendentismo catalano

A Barcellona i re di Spagna non sono i benvenuti. Non lo sono mai stati davvero, l’indipendentismo catalano è forte e la monarchia è un simbolo del centralismo di Madrid, ma da questa settimana il governo populista della città guidato da Ana Colau, eletta in gemellaggio con Podemos, ha deciso che i re non vanno bene nemmeno in foto, o scolpiti. Il sindaco ha ordinato la rimozione del busto di re Juan Carlos, padre di Felipe VI, dal palazzo del governo della città, e ha annunciato – con una furia distruttrice simile a quella che la sua collega a Madrid, anche lei eletta con Podemos, vuole applicare contro piazza Margaret Thatcher – che presto saranno tolti tutti i simboli e i riferimenti della monarchia dalle strade e dai palazzi della capitale catalana.

 

Ne è nato un putiferio, una consigliera del Partito popolare, che è maggioranza in Spagna ma in Catalogna è una formazione minoritaria, ha cercato di appendere al posto del busto di Juan Carlos una foto di Felipe ed è stata placcata da un addetto alla sicurezza. Il governo cittadino è obbligato dalla Costituzione ad apporre una foto del re, ma il numero due di Colau ha detto che bisogna pensarci, che potrebbero esporre “un disegnino come una statua equestre”, e mentre a Barcellona si facevano beffe della monarchia (con re Felipe in visita in città), nel resto del paese tutti sono un po’ più preoccupati perché l’indipendentismo sta riprendendo forza, pochi giorni fa il presidente della regione autonoma catalana, Artur Mas, ha annunciato l’unificazione di tutti i partiti indipendentisti in una lista che vuole ottenere una maggioranza schiacciante alle elezioni regionali (non ancora annunciate ufficialmente) del 27 settembre. Le elezioni in Catalogna saranno il grande banco di prova prima delle generali di fine anno, e il Partito popolare, che a Barcellona non ha ancora un candidato certo, deve stare attento a non farsi esplodere in mano la questione catalana. Il premier Mariano Rajoy è già riuscito, l’anno scorso, a spegnere nel nulla gli ardori indipendentisti di Mas, e a Colau ha dato la risposta perfetta: fate “molto rumore ma create poca occupazione” (il riferimento è al risultato eccezionale sull’impiego appena annunciato dal governo Rajoy). Ma a Barcellona sono in gioco il futuro del governo e della Spagna.

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