Messaggio per Hollande: i francesi amano la sharing economy

Mauro Zanon
Un sondaggio dice che la gran maggioranza dei cittadini francesi apprezza Uber, Airbnb e gli altri servizi dell'economia condivisa, e non approva la politica corporativista del governo socialista. Le proposte delle start-up d'Oltralpe.

Parigi. Chissà se questa mattina i responsabili della comunicazione di Hollande, aprendo il Figaro, si saranno finalmente convinti che è meglio contenere la foga anti Uber e anti tutto ciò che ascrivibile alla cosiddetta "sharing economy" se si vogliono evitare ulteriori scontri con il già poco felice popolo francese. Di certo, leggendo il sondaggio dell'istituto OpinionWay, secondo cui soltanto il 5 per cento dei francesi pensa che l'esecutivo socialista debba ostacolare l'economia collaborativa mentre l'82 per cento ritiene opportuno che Hollande e compagni si adoperino per facilitare il suo sviluppo, il ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, avrà fatto salti di gioia nel suo ufficio di Bercy. I risultati del rilevamento confermano infatti che quella da lui intrapresa, con la grande legge liberalizzatrice appena approvata e le sue reiterate aperture alla “uber economy”, è la strada giusta e che i francesi preferiscono il suo dinamismo alla chiusura ideologica del suo predecessore Arnaud Montebourg.

 

Per l'80 per cento dei francesi, Uber, Airbnb, BlaBlaCar, Drivy e via discorrendo non sono dei mostri da abbattere, nemici da sconfiggere perché rubano il lavoro e infrangono mandano i diritti acquisiti, ma dei "servizi che facilitano la vita", e che in più sono efficaci e meno cari. Piaccia o no all'ex ministro Montebourg, il 53 per cento delle persone interrogate pensa pure che questi nuovi attori dell'economia collaborativa permetteranno di creare lavoro in Francia, che se esistono, funzionano e hanno successo è perché l'offerta dell'economia tradizionale non riesce a soddisfare la domanda dei consumatori francesi. Nonostante Uber e gli altri siano in Francia da pochissimi anni, il 22 per cento della popolazione ne ha già fatto uso e il 30 per cento, secondo quanto emerso dal sondaggio, conta di ripetere l'esperienza giudicata positiva. "Questo 22 per cento è un risultato considerevole che mostra come l'economia collaborativa sia in fase di sviluppo", ha detto Frédéric Micheau, direttore degli studi d'opinione presso OpinionWay. La Francia è il secondo mercato mondiale di Airbnb, la piattaforma che permette di mettere in relazione chi cerca un posto letto in città dove spesso l'offerta degli hotel è satura (Parigi è uno degli esempi più plateali) e chi mette a disposizione uno spazio abitativo a prezzi vantaggiosi. E per quanto riguarda Uber, la capitale francese è la seconda in Europa in termini di clientela.

 

[**Video_box_2**]Il 57 per cento dei francesi pensa tuttavia che il governo debba al più presto inquadrare giuridicamente queste start-up, per evitare il grande marasma scatenato dall'introduzione del servizio UberPop in Francia. Allo stesso tempo, pur comprendendo le ragioni della protesta dei tassisti contro la legalizzazione di UberPop, la maggioranza del popolo francese non l'ha affatto sostenuta, e anzi pensa che i tassisti tradizionali con licenza debbano cominciare a riflettere su come offrire un miglior servizio invece di continuare a berciare contro la società californiana in una guerra a oltranza e meramente corporativista per difendere la propria professione. Inoltre, e ai piani alti dell'esecutivo sembra essersene accorto soltanto Macron, i francesi non solo dei grandi utilizzatori della "sharing economy", ma anche dei grandi imprenditori. Oltre all'arcinota BlaBlaCar, che ha appena fagocitato la tedesca Carpooling.com e l'ungherese Autohop diventando leader nel settore del car-sharing, sta per entrare nel mercato francese Tatacaisse.com. Creata da Antoine Vercken et Olivier Hui Bon Hoa, freschi di diploma alla Neoma Business School di Rouen, questa piattaforma di car-sharing permetterà da settembre di mettere in relazione gli studenti che vorranno condividere il tragitto casa-università evitando l'autobus e il treno decisamente più costosi.