Nigel Farage (foto LaPresse)

Farage non è più così baldanzoso e dice al Foglio come combatte seggio per seggio

Cristina Marconi
Il leader dell'Ukip ha presentato il suo manifesto, ma è a rischio nel South Thanet, la constituency in cui si è candidato, e arriva stanco a tre settimane dalle elezioni. La battaglia micidiale contro i Tory.

Londra. Il partito indipendentista britannico è in crisi, anche il suo leader, Nigel Farage, sembra aver perso il tocco magico, non è poi così sorridente, pare addirittura pessimista. Ha lanciato oggi il manifesto politico dell’Ukip, sostiene che la sua solidità economica è stata certificata da revisori indipendenti, ma basterà questo a ridare fiato alla campagna? “Alcuni sondaggi danno l’Ukip al 19 per cento, altri al 7. Ultimamente i dati vanno su e giù”, dice Farage al Foglio, osservando che “per questo è praticamente impossibile prevedere quello che succederà nelle prossime quattro settimane”. L’uomo che con il suo partito euroscettico e anti immigrazione ha dato vita all’unica nuova formazione politica di rilievo degli ultimi cento anni di storia britannica s’è anche scelto una costituency, il South Thanet, che non sembra espugnabile come sperato: oltre alle tracce confuse di un passato ben più vivace, ci sono sempre più giovani pendolari della middle class che lavorano a Londra, immigrati ormai integrati che di discriminazioni ne hanno abbastanza ed elettori conservatori con case nelle zone più ricche di quella che tecnicamente è un’isola da cui, nei giorni più chiari, si vede la costa francese. Elettori che vogliono soprattutto stabilità economica. Il tema sul quale Farage, giunto a tre settimane dalle elezioni un po’ stanco, ha concentrato il suo manifesto elettorale, lanciato ieri a Thurrock, in Essex, dove il suo candidato ha ottime chance di vincere un seggio.

 

La “rivoluzione fiscale” di Farage riguarda gli ordinary people che hanno il salario minimo, con l’intenzione di “sguinzagliare un tipo di dinamismo economico che in questo paese non si vede da anni”. Le coperture per i 18 miliardi di sterline di tagli fiscali si troverebbero grazie a 32 miliardi di risparmi dalle spese dello stato, sfoltendo aiuti allo sviluppo, versamenti all’Ue e fondi alla Scozia, mentre per dare una parvenza di attenzione al mondo esterno, Farage ha annunciato che le spese in Difesa raggiungeranno quel 2 per cento del pil chiesto dalla Nato. In aumento anche i fondi per il servizio sanitario nazionale, il cui ridimensionamento è fonte di angoscia costante per i britannici. In vista del rapido referendum sull’Unione europea, l’immigrazione subirà fin da subito limitazioni, con un tetto di 50 mila lavoratori qualificati all’anno e una moratoria di 5 anni sull’arrivo di lavoratori non qualificati. Un tema scivoloso per il Thanet, dove l’industria agroalimentare sopravvive grazie agli stranieri che fanno il raccolto. La nuova numero due di Farage, Suzanne Evans, ha prontamente suggerito a BBC Radio 4 che potrebbe esserci della flessibilità su questo punto e che comunque “anche gli studenti internazionali possono farlo”, questo raccolto.

 

Da quando un sondaggio ha lasciato intendere che il Thanet del sud potrebbe restare in mano ai conservatori, la campagna elettorale si è fatta molto più agguerrita, anche perché i tentativi di David Cameron di posizionarsi come partito dei lavoratori un po’ stanno funzionando. Secondo Matthew Goodwin dell’Università di Nottingham, forse il massimo esperto dell’Ukip nel paese, bisogna tenere presente che l’elettore del partito indipendentista non è solo un conservatore scappato di casa, ma spesso una persona che si è sentita lasciata indietro dalla crescita economica e a cui la retorica della crescita o della “Good Life” del manifesto di Cameron non dice nulla. Molti elettori hanno infatti qualcosa di nichilistico nel loro approccio e le loro paure, come quella sull’immigrazione, non vanno contrastate con argomenti elitisti come suggerito anche da Hugo Dixon sul Financial Times. E parlando di élites, chissà se avrà strappato un sorriso a Farage l’invito del principe polacco Zylinski a recarsi a Hyde Park per un duello per difendere l’onore dei 726mila suoi connazionali nel Regno Unito.

 

[**Video_box_2**]Farage però non è molto baldanzoso: “Sono sicuro che l’Ukip prenderà dei seggi, ma non so quanti e per questo sto lavorando molto duramente affinché sia il maggior numero possibile”, ha aggiunto parlando Foglio. Un elettorato che non gli sta venendo meno è quello degli ominimi: secondo un sondaggio i Nigels hanno il doppio delle possibilita’ di votare UKIP. “Forse non e’ cosi’ sorprendente”, ha spiegato Joe Twyman di YouGov, osservando che “Nigel tende ad essere un nome da uomo di una certa età. Non senti in giro persone che dicono ‘lo abbiamo chiamato Nigel’”. (Per completezza d’informazione, i David votano Cameron ma le Samanthe votano LibDem). Il partito è uscito molto cambiato dal maggio del 2014, in cui prendeva il 26 per cento alle europee prima di ottenere due seggi a Westminster grazie all’agile passaggio di altrettanti conservatori nei ranghi di Farage in vista delle supplettive. Mark Reckless e Douglas Carswell sono troppo vigorosi e ambiziosi in un partito il cui leader rischia di perdere nella sua stessa costituency e di restare fermo al suo passato da eurodeputato euroscettico da operetta. “Se Farage perde in South Thanet, la lotta di successione farà sembrare Il Padrino una puntata dei Teletubbies”, ha osservato qualcuno.