Richard Descoings

Nella vita di eccessi (e nella morte improvvisa) di Richard Descoings c'è la radiografia del potere omosessuale in Francia

Mauro Zanon
Il più giovane direttore di Sciences Po della Quinta Repubblica era un “omosessuale con i potenti ed eterosessuale con gli altri”. Un libro racconta la sua Parigi, tra festini e appartamenti di lusso

Parigi. Per il Tout-Paris era “le Roi secret”. Nel Marais, epicentro dell’universo Lgbt parigino, era considerato una divinità. Un articolo del Point raccontò che non era poi così difficile trovarlo a ballare nudo sui tavoli il sabato sera, accompagnato da giovani, maschi e femmine, con i quali condivideva nottate interminabili. Dei salotti mondani era un gran frequentatore, un ospite richiestissimo, soprattutto quando all’Eliseo c’era “Nicò”, l’amico Nicolas Sarkozy. Era un viveur, un tiratardi di professione, un donnaiolo incorreggibile, ma soprattutto “il direttore che rivoluzionò Sciences Po”.

 

Richard Descoings fu ritrovato morto il 3 aprile 2012 nella camera 723 dell’Hotel Michelangelo di New York. Il giorno dopo avrebbe dovuto partecipare a una conferenza alla Columbia University, ma il suo corpo, quella mattina, giaceva sul letto privo di vita. La polizia, quando fece irruzione, trovò la camera in un disordine infernale, con bottiglie di superalcolici ovunque, antidepressivi e sostanze di ogni genere sparse sul pavimento. Il computer, gettato dalla finestra da Descoings, era rimasto aperto sulle pagine di alcuni siti di incontri a pagamento per gay. Poco prima dell’arresto cardiaco che gli costò la vita, pare ci fossero con lui altri due giovani, con i quali aveva trascorso l’ennesima serata di eccessi.

 

Della vita febbrile e umbratile del più giovane direttore di Sciences Po della storia della Quinta Repubblica (fu eletto nel 1996 a soli 37 anni), ha scritto Raphëlle Bacqué, giornalista del Monde, che ha raccolto tre anni di ricerche in un libro biografico intitolato “Richie”. Perché questo titolo? Perché così lo chiamavano i suoi studenti, che alla notizia della sua scomparsa si presentarono in massa davanti a Sciences Po a Parigi con una candela in mano, brandendo una sua foto in bianco e nero: per loro Descoings era molto più che un direttore, era una rockstar. Lui, un giorno, nell’anfiteatro della mitica scuola che diresse per più di quindici anni, si definì il “primo frocio di Sciences Po”. Ma in molti, a bassa voce, dicevano che questo suo lato omossessuale lo metteva in mostra solo con chi gli faceva comodo e per ottenere favori in determinati ambienti (aveva una moglie, Nadia Marik, che aveva portato con sé a Sciences Po, nominandola vicedirettore).

 

[**Video_box_2**]Patrick Thévenin, giornalista del sito Rue89, fu il solo a usare parole dure per raccontare la figura di Descoings subito dopo la sua morte, accusandolo di essere “omosessuale con i potenti ed eterosessuale con gli altri”. Bacqué nel suo libro si spinge ancora più in là perché “Richie” non è solo una biografia franca e dettagliata di Descoings ma anche una radiografia del potere gay parigino. Per la prima volta vengono portate sotto i riflettori le reti delle élite omosessuali di Parigi, le connessioni, i luoghi del potere e di incontro tra quelli che contano e decidono le sorti del paese. Uno dei salotti più influenti era appunto quello di Descoings, a Place de la Madeleine. Lì, nel cuore della capitale francese, l’ex direttore di Sciences Po aveva acquistato un appartamento con Guillaume Pépy, presidente della Sncf (le ferrovie francesi), che aveva conosciuto al Consiglio di stato nel 1986 e con il quale aveva una relazione (Pépy nel blog degli studenti di Sciences Po era soprannominato il “marito” di Descoings, e i due avevano anche una casa in Normandia e una in Provenza, dove alcuni dei loro colleghi funzionari si recavano per “lavorare” nel weekend). Gli alti funzionari omosessuali della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato si ritrovavano tutti lì, durante le serate mondane. Era un passaggio quasi obbligato.

 

La vita tra Descoings e Pépy, racconta Bacqué, era turbolenta, le segretarie erano abituate alle loro “discussioni violente”, e soprattutto alle “orge di alcol” dell’ex direttore di Sciences Po. Pépy si addormentava spesso nel suo ufficio durante l’orario di lavoro, la mattina andava in piscina per rilassarsi, e tentare di affrontare nella maniera più lucida possibile le discussioni con i sindacati e le proteste dei ferrovieri. “Quando dormo sento il rumore dei treni”, disse una volta a un collaboratore. “Nessuno – scrive Bacqué – aveva più alcun dubbio su quanto la sua vita fosse un inferno”. Di Descoings, il sopracitato giornalista di Rue89 Thévenin, disse questo. “Il suo è il percorso di un frocio che si era schierato piuttosto a sinistra fino alla sua morte, che viveva in coppia con un grande uomo dell’industria (Pépy, ndr), prima di inventarsi una verginità eterosessuale”.

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