Nicolas Sarkozy commenta i risultati del voto in Francia (foto LaPresse)

Il trionfo di Sarkozy in Francia e la (finta) sconfitta di Le Pen: nasce lo strano tripartitismo

Jean-Pierre Darnis
Al secondo turno delle elezioni ai consigli provinciali trionfa la destra alleata ai centristi. Al Fn non va nemmeno una provincia ma il risultato non è così negativo come potrebbe sembrare. Crollo dei socialisti che si affidano all'immobilità di Hollande.

Il secondo turno delle elezioni ai consigli provinciali in Francia (départements) permette varie letture. Quella più ovvia è il risultato aggregato a livello nazionale: larga vittoria dell’alleanza di destra fra Ump e Udi, disfatta del partito socialista e Front National che non riesce a vincere neanche una provincia. Il leader dell’Ump, Nicolas Sarkozy, esce quindi rafforzato da questo scrutinio, e questo malgrado un ritorno piuttosto caotico alla guida del partito. Il risultato convalida l’opzione centrista dell’Ump, ovvero quella dell’alleanza con l’Udi-Modem, ripercorrendo la strada della vecchia alleanza fra gollisti (Rpr) e centristi (Udf). Questa linea non è quella di Sarkozy ma quella dei suoi rivali Juppé o Fillon. Il buon risultato di Sarkozy può dunque diventare un patrimonio dal quale ripartire alla conquista del paese nel 2017 con le elezioni presidenziali e politiche, se verrà solidificata quest’alleanza che di fatto toglie spazio al Partito socialista e non lascia dubbi sulla porosità delle frontiere a destra fra Ump e Fn. Paradossalmente, Sarkozy era il campione della sterzata a destra piuttosto che al centro, abituato a cacciare sulle terre della Le Pen con le sue dichiarazioni sull’immigrazione e la preferenza nazionale. L’elettorato chiede altro e Sarkozy dovrà adattarsi, anche per superare lo scoglio delle primarie della destra nel 2016 con Juppé pronto a competere. A sinistra, il partito socialista prende una batosta e Hollande si affida e confida nel miglioramento della situazione economica nei prossimi due anni per invertire la rotta. Fa una scommessa rischiosa, quella dell’immobilità.

 

Detto questo, dobbiamo poi andare a contare i voti nelle varie circoscrizioni. Al primo turno, nella maggior parte degli casi, il Front national ha preso lo stesso numero di voti delle europee dell’anno scorso, quando era emerso come il partito più votato in Francia. La mobilitazione, fortemente spinta dal primo ministro socialista Manuel Valls, ha portato voti alla destra (Ump), aumentando il tasso di partecipazione e riducendo il peso del Fn. Ma nei territori, il il partito di Le Pen non ha perso nessun voto e, anzi, ha dimostrato di fatto come il panorama politico francese sia ormai uno strano tripartitismo che funziona però in un sistema cucito su misura per il bipartitismo.

 

[**Video_box_2**]Alla vigilia del secondo turno, ci si interrogava sulla porosità dell’elettorato a cavallo fra estrema destra e destra, ovvero fra il Fn e l’Ump. Il fatto che il Fn, spesso presente al secondo turno, non vinca da nessuna parte illustra come questa porosità sia limitata. Questo risultato quindi ripropone la classica opposizione francese fra destra e sinistra, anche se il conto dei voti evidenzia un Front national radicato in modo stabile nel panorama politico, anche se incapace di sfondare il tetto del maggioritario. Sarebbe veramente affrettato pensare che la vittoria dell’Ump, potenziata dallo scrutinio maggioritario, significhi un arretramento del partito di Marine Le Pen. Anzi, esiste un certo pericolo nel vedere sempre una formazione cosi votata esclusa dal potere locale o nazionale, alimentando il vittimismo demagogico della Le Pen. Sarkozy ha adesso una finestra di opportunità. Conoscendo le sue doti tattiche saprà certamente coglierla. Speriamo però che un po’ di lungimiranza realista crei qualche spiraglio per evitare che il Fn si rinforzi come partito degli esclusi. Il programma di Le Pen é troppo fantasioso, per non dire pericoloso, per affidarsi a un tempo che rischia di non essere galantuomo.