Olaf Scholz e Xi Jinping (LaPresse)

Editoriali

Un mini ripensamento tedesco sulla Cina

Redazione

Scholz boccia l’acquisto di due aziende da parte di Pechino. Lo fa per gli alleati

Nei giorni scorsi Olaf Scholz ha bastonato gli alleati due volte: prima decidendo al posto loro sulle centrali nucleari da tenere aperte e poi imponendo la vendita del 24,9 per cento di un terminal del porto di Amburgo ai cinesi di Cosco nonostante l’avviso contrario di sei ministri del suo governo. Martedì il cambio di rotta: rientrato da un altrettanto contestato viaggio a Pechino, il cancelliere tedesco ha ascoltato Verdi e Liberali. E il governo ha ritrovato compattezza bocciando due acquisizioni di altrettante aziende tedesche da parte di potenziali acquirenti cinesi. La prima è la Elmos, un produttore di microchip di Dortmund, l’altra sarebbe la bavarese ERS Electronic. Il vicecancelliere Robert Habeck dei Verdi non ha confermato il nome dell’impresa, mettendo invece l’accento sul bisogno di “esaminare con molta attenzione le acquisizioni di aziende quando si tratta di infrastrutture importanti o quando c’è il rischio che la tecnologia venga trasferita ad acquirenti extra Ue”.

 

Parole identiche a quelle messe per iscritto dai Liberali nelle ore in cui Scholz stringeva la mano al rieletto Xi Jinping.  La vendita della tecnologia di Elmos non avrebbe rappresentato alcun rischio in termini di travaso di know-how verso la Cina, eppure lo stop al suo acquisto lenisce le ferite recenti della politica tedesca, segnata da continui battibecchi, in una cacofonia a cui i tedeschi non sono abituati. La legislatura in Germania dura quattro anni ma dopo i primi undici mesi l’intolleranza fra alleati è già evidente. Una rottura della maggioranza sarebbe però fatale per Scholz: grazie a un elettorato che continua a premiarli, i Verdi di Habeck hanno raggiunto la Spd nei sondaggi (attorno al 19 per cento). E pericolosi si sono fatti anche i cristianodemocratici della Cdu, che ormai stacca di dieci punti la Spd nelle intenzioni di voto. Compito adesso di uno Scholz già troppo assertivo è placare gli animi. Il cancelliere non riceverà alcun aiuto dai Liberali in calo di consensi e alla ricerca, per compensare, di una sempre maggiore visibilità.

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