Commissione d'inchiesta sull'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 (Ansa)

editoriali

I conti impossibili con Trump sull'attacco al Congresso americano

Redazione

La commissione sul 6 gennaio convoca l’ex presidente. Ma ci sono le elezioni

Si è tenuta giovedì sera l’ultima puntata dell’inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021. I nove membri della commissione hanno votato all’unanimità il mandato di comparizione per Donald Trump dopo aver ricostruito con testimonianze e filmati (l’ultimo inedito di Nancy Pelosi dentro al Congresso nelle ore dell’assalto dura sette minuti e vale il vostro tempo) le responsabilità dell’ex presidente nello scatenare e non contenere gli assalitori. Secondo le deposizioni, Trump sapeva di aver perso le elezioni del 2020 e la strategia di dichiararle illegittime era stata premeditata per settimane. Ancora oggi una buona parte dei candidati repubblicani che si presentano alle elezioni di metà mandato dichiara che Joe Biden è stato eletto in modo irregolare. L’altra conferma ottenuta dalla commissione riguarda il comportamento di Trump il giorno dell’attacco.

Nonostante i servizi segreti avessero più volte informato la Casa Bianca della possibilità di violenze, il presidente ha insistito per fare il suo comizio a Washington e incoraggiare la folla di Proud Boys e vichinghi che volevano la testa di Mike Pence e Nancy Pelosi. E’ venuto anche fuori che Trump ha provato in ogni modo a convincere il suo vicepresidente e altre cariche a restare al potere a qualsiasi costo. 

Probabilmente però i lavori della commissione si fermeranno qui e non sarà fatto nulla di pratico né contro Trump né contro i negazionisti elettorali e non solo perché l’ex presidente ieri ha risposto con una lettera di quattordici pagine in cui la prima riga dice: “Le presidenziali del 2020 sono state truccate e rubate”. Le elezioni di metà mandato a novembre potrebbero portare i repubblicani al controllo della Camera dei rappresentanti e del Senato e il partito di Trump ha già dimostrato con una certa chiarezza in passato di non voler fare i conti con lui né con l’assalto al Congresso. Il post trumpismo non si è ancora emancipato dal suo ex presidente e dalle sue responsabilità.

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