EDITORIALI

Il disegno di legge sulla concorrenza è fermo da sei mesi

Redazione

La riforma langue in commissione al Senato, il governo finge di non vedere. It takes too much perfino per Draghi?

Che fine ha fatto la concorrenza? Il disegno di legge adottato dal governo il 4 novembre 2021 è ancora fermo al primo step della sua approvazione, cioè il dibattito in commissione Industria al Senato. Finora i senatori hanno tenuto un lunghissimo ciclo di audizioni, acquisito centinaia di documenti e depositato migliaia di emendamenti ma non hanno ancora espresso un singolo voto. Da quel che si sa, ci sono state manovre sotterranee per sminare alcune delle norme più contestate: per esempio, il compromesso sull’idroelettrico sembrerebbe prevedere un sostanziale ritorno allo status quo, con buona pace delle gare previste dal ddl. In altri casi, la discussione è accesa ma le aspettative sono limitate: sui servizi pubblici locali, il trasporto pubblico non di linea e le semplificazioni dell’attività imprenditoriale il ddl governativo appare coraggioso, ma prevede una serie di deleghe da esercitare nei mesi successivi all’approvazione definitiva della norma.

 

Quindi, facendo due conti, proprio a cavallo delle elezioni politiche 2023: la probabilità che la riforma veda la luce è infinitesimale. Paradossalmente, gli unici articoli davvero blindati nell’intero ddl sono quelli che rischiano di limitare la concorrenza, anziché promuoverla, andando a iper-regolamentare i mercati digitali. Eppure il governo si è impegnato non solo ad approvare, ma anche ad attuare il ddl entro la fine dell’anno: e proprio in questi giorni, secondo il Pnrr, dovrebbe essere in procinto di presentare la nuova legge sulla concorrenza, da attuare entro la fine del 2023. E’ evidente che si tratta ormai di un libro dei sogni. Ed è un peccato perché mai come oggi le liberalizzazioni potrebbero sostenere l’economia. Il rallentamento del pil è sotto gli occhi di tutti. Il bilancio pubblico sta entrando in tensione. Invece di mettere sotto schiaffo i rentier, il Senato fa languire il provvedimento in commissione e il governo finge di non vedere. Portare a casa le liberalizzazioni? It takes too much perfino per Draghi.

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