editoriali

Il testamento di Burzi

Redazione

 La lettera, scritta prima del suicidio, è un j’accuse alla giustizia italiana

Era “certo di essere totalmente innocente” Angelo Burzi, l’ex consigliere regionale del Piemonte, tra i fondatori di Forza Italia, suicidatosi la vigilia di Natale. Lo ha scritto nella lettera lasciata ai familiari e agli amici prima di togliersi la vita. Il contenuto della missiva è stato reso noto ieri dopo i funerali. L’oggetto dell’email è chiaro e drammatico: “La fine della storia”.

 

Appena dieci giorni prima, il 14 dicembre, Burzi era stato condannato a tre anni di reclusione nel processo d’appello su “Rimborsopoli”. Nel processo di primo grado era stato assolto insieme agli altri imputati. I paradossi della giustizia italiana. “Non sono più in grado di tollerare ulteriormente la sofferenza, l’ansia, l’angoscia che in questi anni ho generato oltre che a me stesso anche nelle persone che mi sono più care”, scrive l’ex consigliere e assessore al Bilancio. “Esprimo la mia protesta più forte interrompendo il gioco, abbandonando il campo in modo definitivo”. Burzi fa riferimento a problemi di salute, ad alcuni esami “tutt’altro che positivi” e a “un prossimo futuro di approfondimenti, di interventi chirurgici e di terapie per nulla gradevoli”.

 

Però “c’è di peggio” e, sottolinea, “la giustizia è un esempio appunto del ‘peggio’”. Burzi cita, così, i “personaggi che maggiormente hanno contraddistinto in maniera negativa” la sua vicenda giudiziaria durata quasi dieci anni, come il sostituto procuratore che si appellò alla sentenza di assoluzione di primo grado, perseguendo “la sua logica colpevolista”, e “i giudici dei primo processo d’appello, i quali, con una sentenza che definire iniqua e politicamente violenta è molto poco, azzerarono la sentenza di primo grado che mi vide assolto per insussistenza del fatto dopo due anni di dibattimento in aula”. Più che un testamento, un lucido e drammatico richiamo a riflettere sulle distorsioni della giustizia. “Siccome credo in Dio sono anche certo che Lui mi comprenderà e che quindi non passerò l’eternità tra le fiamme degli Inferi”, le ultime parole di Burzi.

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