Editoriali

Alla Cina del G20 interessa zero

Redazione

Xi Jinping non verrà a Roma il prossimo 30 ottobre. E’ uno sgarbo a Draghi, ma anche a Biden

Tutti lo sapevano, la Cina l’aveva già fatto intendere, anzi, sarebbe stata una notizia il contrario. Ma adesso sembra confermato: il presidente cinese Xi Jinping non volerà a Roma il 30 ottobre, non parteciperà al G20 sotto la presidenza italiana, e quindi la delegazione cinese si depotenzia, soprattutto dal punto di vista politico. Vero è che il leader Xi non esce dai confini cinesi già da un po’: secondo gli osservatori più attenti della liturgia cinese da un lato c’è la paura del Covid e dall’altro il tentativo di rendere le apparizioni pubbliche di Xi sempre più rare ed eteree.

 

Il primo fattore somiglia alla paranoia tipica degli uomini soli al comando, che hanno bisogno di tutelarsi anche a costo di fare una vita da reclusi (Kim Jong Un ha aspettato anni prima di uscire dalla Corea del nord). Il secondo fattore, invece, ha a che fare con la progressiva costruzione dell’immagine di un leader del Partito imprevedibile, che fa concessioni quando si mostra, che non ha bisogno di volare dall’altra parte del mondo per parlare con i leader stranieri, perché sono loro a volare da lui. E quindi anche quest’anno il luogo simbolo del multilateralismo, il G20, viene snobbato da Pechino in favore di un’attenzione maggiore nei confronti di quello che viene definito “plurilateralismo”. Che significa, in sostanza:  diplomazia e dialogo solo con chi vogliamo noi. Roma 2021 era poi un appuntamento molto scivoloso per la Cina: per la prima volta  Xi e Joe Biden sarebbero stati nella stessa città, nello stesso palazzo, da presidenti e una riunione, uno scambio di battute tra i due sarebbe stato inevitabile. Xi Jinping dunque prende tempo, ed era prevedibile. Ma a sperarci davvero, in questo gran ballo di diplomazia internazionale, era soprattutto Palazzo Chigi. Un mese fa  Draghi era riuscito a parlare al telefono con Xi, ma anche allora i funzionari cinesi erano stati piuttosto vaghi. La sconfitta diplomatica per l’Italia della Via della Seta sarebbe ancora più potente se poi il leader cinese decidesse invece di partecipare alla COP26 a Glasgow, dieci giorni dopo. 

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