Editoriali
La faccia come Bagnai
Si erge a paladino dei risparmiatori contro il Mes chi voleva ripagarli in lire. Tutte le incoerenze del responsabile economico della Lega.
A volte, per fare certe affermazioni, ci vuole la faccia come un no euro. Un caso emblematico è la riforma del trattato del Mes, che nonostante l’unanimità tra i paesi dell’Eurozona da un anno l’Italia tiene sospesa a causa della propaganda sovranista del M5s e della Lega.
Proprio il responsabile economico del Carroccio, il vate dei no euro Alberto Bagnai, ha spiegato così la radicale opposizione del partito: “Il Mes è una pistola alla tempia dei risparmiatori. La riforma annunciata rende più facile una ristrutturazione del debito: il che significa che chi ha investito nei Btp correrebbe il rischio di non essere rimborsato. Come accadde in Grecia”. Le contraddizioni sono tante.
La prima, più piccola, è questa: se è già accaduto in passato in Grecia vuol dire che un default non dipende da una riforma che ancora non esiste. La seconda, intermedia è questa: la riforma del Mes non rende più facile una ristrutturazione, ma meno costosa: proprio sulla scorta del caso greco, vengono introdotte nuove Clausole di azione collettiva (Cacs single-limb) che proteggono gli stati dal ricatto dei creditori che hanno il potere di bloccare una ristrutturazione: ora basterà un solo voto a maggioranza dei creditori per accettare i nuovi termini.
Ma c’è in Bagnai una terza, enorme, incoerenza. Quella di quando assume il ruolo di difensore dei creditori da un possibile default: “Significa che chi ha investito nei Btp correrebbe il rischio di non essere rimborsato”. Proprio lui che da anni, e in particolare durante quello in cui la Lega era al governo, ha terrorizzato i risparmiatori attraverso i suoi propositi di smantellamento della moneta unica.
Mentre la riforma del Mes serve a limitare i danni in caso di ristrutturazione del debito, il default è il programma che Bagnai e Salvini perseguono con tutte le loro forze: uscire dall’euro vuol dire proprio fregare chi ha investito nei Btp pagandoli con una moneta che vale il 30-40 per cento in meno dell’euro. La pistola alla tempia dei risparmiatori non è l’approvazione della riforma del Mes, ma se Salvini e Bagnai dovessero tornare al governo.
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