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Politica monetaria

La Bce taglia ancora il costo del denaro: tasso base al 3 per cento

Redazione

Francoforte prosegue sulla strada dei tagli e riduce i tassi di 25 punti base, confermando la fiducia verso un “processo inflazionistico ben avviato”. Ma nei prossimi mesi la ripresa economica sarà più lenta rispetto alle ultime previsioni di settembre

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce”. Così fa sapere la Banca centrale europea dopo il vertice di oggi a Francoforte. Si tratta del quarto taglio da giugno, della stessa entità di quello deciso lo scorso 17 ottobre, che aveva fatto calare il tasso di interesse sui depositi dal 3,50 al 3,25 per cento. Oggi si arriva così al 3,00 per cento, unito al 3,15 per cento e al 3,40 per cento degli altri due tassi di riferimento (sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale). “Ci sono state discussioni su un possibile taglio da 50 punti ma alla fine tutti sono stati d'accordo su un taglio da 25 punti”, ha precisato la presidente Christine Lagarde nella consueta conferenza stampa dopo il vertice.

 

La decisione era già ampiamente prevista dagli analisti e conferma l'andamento espansivo e più morbido che l'istituzione ha deciso di adottare per le sue scelte di politica monetaria. “Il processo disinflazionistico è ben avviato” spiega la nota ufficiale, “secondo i nostri esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,4 per cento nel 2024, al 2,1 per cento nel 2025, all’1,9 per cento nel 2026 e al 2,1 per cento nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’Ue”. Al netto della componente energetica e alimentare, l'inflazione in zona euro “si porterebbe in media al 2,9 per cento nel 2024, al 2,3 per cento nel 2025 e all’1,9 per cento nel 2026 e 2027”. 

La decisione, dunque, segnala un progressivo avvicinamento all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2 per cento a medio termine, ma l'Eurotower avverte: “L’inflazione interna ha registrato una flessione ma resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo”. 

Una riduzione ulteriore dei tassi d'interesse diminuisce le barriere d'accesso al credito per famiglie e imprese. Anche se, prosegue la nota, “i nostri esperti si attendono ora una ripresa economica più lenta di quanto indicato nelle proiezioni di settembre”. Nonostante l’aumento della crescita registrato nel terzo trimestre del 2024, infatti, nell'attuale trimestre l'economia europea appare in contrazione. Tuttavia, “le proiezioni degli esperti indicano una crescita economica dello 0,7 per cento nel 2024, dell’1,1 per cento nel 2025, dell’1,4 per cento nel 2026 e dell’1,3 per cento nel 2027”. Una ripresa riconducibile principalmente “all’incremento dei redditi reali, grazie al quale le famiglie dovrebbero poter effettuare maggiori consumi, e all’aumento degli investimenti delle imprese”. 

Sui criteri di scelta delle prossime mosse di politica monetaria, la Bce continuerà sul solco delle ultime riunioni, seguendo “un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, senza vincolarsi necessariamente a un particolare percorso dei tassi, mantenendo la fiducia nel futuro: “Nel corso del tempo, il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere una crescita della domanda interna”.

 

“L'economia è cresciuta in maniera superiore alle attese nel terzo trimestre, ma gli ultimi dati macro indicano che le attività economiche stanno rallentando”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa, sottolineando che i dati più recenti indicano una “protratta contrazione del settore manifatturiero e una crescita più modesta nel settore servizi, oltre che una maggiore debolezza rispetto alle attese nelle esportazioni”. Per Lagarde, sarà “fondamentale dare prontamente seguito, con politiche strutturali concrete e ambiziose, alle proposte di Mario Draghi per una maggiore competitività europea e a quelle di Enrico Letta per il rafforzamento del mercato unico”. La presidente ha poi aggiunto che l'attuazione piena, trasparente e immediata del nuovo quadro di governance economica dell'Ue aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito e Pil. 

A impattare sulla crescita europea ci sono anche le difficoltà geopolitiche. Le esportazioni daranno un contributo positivo alla ripresa economica a “condizione che non si registrano tensioni commerciali”. Le restrizioni commerciali, infatti, “non aiutano la crescita economica, ma hanno probabilmente un impatto sull'inflazione che è tuttavia difficile da valutare perché dipende dalle misure di risposta che verranno adottate e da dove vengono riorientati i flussi commerciali”, ha proseguito Lagarde, affermando tuttavia che "l'inflazione continuerà a fluttuare sui livelli attuali per i prossimi mesi per poi assestarsi attorno all'obiettivo di medio termine". 

Sulla decisione dell'entità del taglio, Lagarde spiega: “Ci sono state discussioni su un possibile taglio da 50 punti ma alla fine tutti sono stati d'accordo su un taglio da 25 punti”. Le banche dell'area euro “rimangono resilienti e ci sono pochi segnali di stress sui mercati finanziari” ma comunque “i rischi per la stabilità finanziaria restano elevati". Per la presidente della Bce, la politica macroprudenziale rimane la prima linea di difesa contro l'accumulo di vulnerabilità finanziarie, “rafforzando la resilienza e preservando lo spazio macroprudenziale”. 

Novità anche per quanto riguarda il Pepp, il programma di acquisti di emergenza pandemica avviato a marzo del 2020 per stabilizzare i mercati finanziari contrastare i rischi per la politica monetaria e per le prospettive economiche dell'area dell'euro derivanti dalla diffusione del Covid 19. “Sta per giungere alla fine della sua vita attiva", il cui termine è fissato al 15 di dicembre, e “si è rivelato estremamente efficiente nel combattere l'inflazione”. 

 

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