
Editoriali
L'ultima vittoria della Bce su Carige: non dovrà risarcire la famiglia Malacanza
I Malacalza, un tempo industriali siderurgici e oggi attivi nel mercato dei superconduttori, perdono una causa e ci ricordano i veri peccati del sistema bancario
Il tribunale della Corte di giustizia europea ha respinto la richiesta di un maxi risarcimento di 875 milioni alla Bce presentato dalla famiglia Malacalza per la vicenda Banca Carige, di cui sono stati primi azionisti negli anni che hanno preceduto il crac. Il ricorso era stato presentato sia da Vittorio Malacalza che dalla Malacalza Investimenti per i danni subiti a causa delle azioni intraprese dalla Banca centrale europea, vale a dire il commissariamento avvenuto a inizio del 2019 che poi portò l’istituto verso il risanamento e la successiva aggregazione con la Bper guidata da Piero Montani. L’azione era incentrata sulla mancata vigilanza da parte della Bce su Carige a partire dal 2014 e sulla responsabilità extracontrattuale della Banca centrale europea per il danno subìto dagli imprenditori-soci, ragioni che il tribunale non ha riconosciuto. Conoscendo la tenacia di Vittorio Malacalza è possibile che il contenzioso con le istituzioni europee non finisca qui considerato che esiste la possibilità di presentare ricorso entro tre mesi, anche se solo per contestare alcuni aspetti formali della sentenza.
Ai Malacalza gli pneumatici hanno portato fortuna, ma le banche proprio no. Quando nel 2015 la ChemChina lanciò l’Opa su Pirelli, gli imprenditori (liguri solo d’adozione perché Vittorio è nato nel piacentino) che ne erano diventati azionisti per poi litigare con Marco Tronchetti Provera, ne uscirono con una plusvalenza di 320 milioni che di lì a poco avrebbero investito in Banca Carige con l’idea di accrescere il loro potere nel mondo finanziario. Un sogno di grandezza finito presto perché le condizioni difficili della banca, cominciate per la verità ben prima del loro ingresso, precipitarono fino ad arrivare al commissariamento deciso della Bce. Passaggio che comportò la loro estromissione e una perdita secca di 500 milioni che è pari a quanto complessivamente avevano investito per rilevare il 27,5 per cento della banca. I Malacalza, già industriali siderurgici, oggi sono attivi nei magneti superconduttori con Asg Superconductors.



alla ricerca di una photo opportunity