(foto Ansa)

le ultime previsioni

Le ragioni dell'inattesa crescita della produzione industriale

Dario Di Vico

L’industria italiana, grazie ad alcune sue caratteristiche di flessibilità, continua a viaggiare più veloce di quella dei partner. Appunti per catastrofisti

Ha spiazzato le previsioni sia di Bloomberg (+0,2 per cento) sia di Reuters (-0,1 per cento). La produzione industriale di dicembre 2022 con +1,6 per cento si è rivelata una lieta sorpresa grazie al maggiore aumento mensile dallo scorso agosto. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto ai due mesi precedenti (infatti il trimestre chiude comunque con -0,9 per cento) e contiene diversi messaggi. In primo luogo che l’industria italiana grazie ad alcune sue caratteristiche di flessibilità continua a viaggiare più veloce di quella dei partner. Poi, visto che a tirare la volata sono stati i beni strumentali, il dato di ieri ci suggerisce che il ritmo degli investimenti dopo una fase di stallo è ripreso, ricordando a tutti – in primis al governo – il ruolo trainante della meccanica e in particolar modo del 4.0.

 

E’ diminuita la produzione di beni durevoli e la circostanza si spiega facilmente con l’inflazione e il rinvio delle decisioni d’acquisto da parte delle famiglie. Così come si spiega il basso contributo dato dai settori più energivori, alle prese a dicembre con prezzi del gas ancora elevati. Un terzo messaggio riguarda il cambiamento del modello di business delle nostre imprese, dal just in time al just in case, segnato da una maggiore attenzione assegnata alle scorte e a quella che potremmo definire “la politica della ridondanza” (come peraltro attestato da una recente ricerca sulle imprese venete). 

La conseguenza di queste novità è che nei prossimi mesi la produzione industriale dovrebbe cominciare a giovarsi del crollo dei prezzi dell’energia e quindi continuare a crescere. Per gli effetti che tutto ciò potrà avere sul pil 2023 vale la pena segnalare come Intesa Sanpaolo ammetta che la sua previsione (+0,6 per cento) possa essere soggetta a una revisione al rialzo. In ultimo un caveat: sono ormai in tanti a paventare un possibile effetto negativo sulla crescita dovuto alla persistente difficoltà di reperire manodopera, soprattutto nel nord.

Di più su questi argomenti: