Foto di Ukrainian Presidential Press Office, via AP, via LaPresse 

Editoriali

L'Italia ora riceve dai fondi europei più di quanto dà, ma si spera non per sempre

Redazione

Il nostro paese è diventato precettore netto di Bruxelles, e ora i soldi che prende sono più di quelli con cui contribuisce. Le risorse del Pnrr (circa 10 miliardi) fanno la differenza. Ma non è una buona notizia

Prima o poi doveva succedere, l’Italia è passata dallo stato di contributore netto a quello di percettore netto di fondi europei, che detto in parole più semplici significa diventare un paese che prende dall’Unione europea più soldi di quelli che versa come contributo al bilancio comunitario. A fare la differenza sono i fondi del Pnrr. Da quanto emerge dalla Relazione annuale della Corte dei conti sui rapporti finanziari Italia/Ue nel 2021 i versamenti con cui l’Italia ha partecipato al bilancio europeo ammontano a 18,1 miliardi di euro.

 

Sul versante opposto, l’Ue ha destinato al nostro paese risorse per 26,8 miliardi, di cui 10,2 legati al Pnrr. Si realizza così il sogno dei sovranisti, che da sempre si lamentano di un’Europa che “prende” senza dare, che priva il paese (anzi la nazione) di risorse mentre i burocrati di Bruxelles emanano direttive sulla curvatura delle zucchine e ci chiedono di svendere le “nostre” spiagge alle multinazionali, etc. Adesso l’Italia fa parte del gruppo di paesi che “finalmente” prende più soldi di quelli che dà. Ciò dovrebbe fare la gioia anche di Giuseppe Conte, che ha sempre rivendicato di essersi battuto per far assegnare all’Italia la quota più grande del Next Generation Eu.

 

Ma in generale non è una buona notizia. L’Italia è il terzo membro del G7 dell’Ue, la seconda manifattura d’Europa, uno dei fondatori. Nella geografia dell’Unione i contributori netti sono i paesi più ricchi e quindi più forti politicamente: Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia, Irlanda. Lo status di “percettore netto” non è quindi una cosa positiva, ma la fotografia di un paese più povero. Si dovrebbe quindi sperare che si tratti di un’eccezione, legata al Pnrr e all’impatto del Covid.  Anziché lamentarsi perché l’Italia “dà all’Europa più di quello che riceve”, minacciare di uscire dall’euro e non ratificare la riforma del Mes, un governo “patriottico” dovrebbe impegnarsi per far tornare quanto prima la nazione a essere un contributore netto e ad assumere un ruolo di primo piano nell’Unione.

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