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L'allarme dell'Iea sulla carenza di gas per il 2023 in Europa

Federico Bosco

L'Unione si troverà con un gap di fornitura di 30 miliardi di metri cubi nell’estate dell’anno prossimo. Le cose stanno migliorando ma la crisi energetica non è finita e i governi non devono abbassare la guardia

Il direttore  dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) Fatih Birol ha invitato i leader europei a non abbassare la guardia di fronte al calo dei prezzi del gas, agli stoccaggi pieni e alle temperature miti In un rapporto pubblicato giovedì l’Iea ha spiegato che se si fermano i flussi di gas russo ancora attivi e se la domanda cinese tornasse a crescere, l’Europa si troverà con un gap di fornitura di 30 miliardi di metri cubi (mcb) di gas nell’estate dell’anno prossimo, periodo chiave per il riempimento degli stoccaggi.

L’Iea chiede ai governi di introdurre misure per ridurre la domanda di gas e di investire nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. Nei primi sei mesi del 2022 il gas russo ha continuato ad arrivare a livelli non eccessivamente inferiori a quelli usuali. A un certo punto però Mosca ha iniziato a ridurre volumi lamentando problemi tecnici di manutenzione causati dalle sanzioni, una rappresaglia per il sostegno europeo all’Ucraina. A ottobre le importazioni dell’Uedai gasdotti russi si sono dimezzate rispetto allo stesso periodo (gennaio-ottobre) del 2021, un calo di 60 miliardi di mcb che secondo le proiezioni dell’Iea a fine anno arriverà a 80 miliardi di mcb. Una vuoto di oltre il 55 per cento che i paesi europei dovranno colmare cercando gas altrove. Ma mentre la carenza di gas russo fa parte dello scenario preventivato, il rimbalzo dell’economia cinese è un fattore che può innescare  una corsa all’acquisto di gas naturale liquefatto. A livello globale la Cina è il più grande importatore di gnl e una crescita del suo pil potrebbe invertire il calo di circa il 20 per cento dell’import di gnl di quest’annospingendo i prezzi in alto. Attualmente il prezzo del gas in Europa è sceso a circa 130 euro al megawattora rispetto a picchi di oltre 300 euro raggiunti ad agosto, ma è comunque un livello ben al di sopra della media storica ( 20-30 euro). Eppure l’anno prosssimo potrebbero non ripetersi le circostanze favorevoli che hanno permesso di riempire a novembre gli stoccaggi al 95 per cento. L’analisi dell’Iea teme che l’anno prossimo l’Ue potrebbe arrivare a questo periodo con stoccaggi al 65 per cento, un valore già basso anche su base europea, ma che disaggregato per aree geografiche significherebbe iniziare la stagione invernale in condizioni di insufficienza cronica. 

Quest’anno il gnl è stato il principale sostituto di gas russo con un ruolo importante delle forniture statunitensi, ma sebbene adesso gli Usa rappresentino il 40 per cento dell’import Ue di gnl, le analisi di BloombergNEF stimano che compenseranno solo una parte dell’assenza di gas russo. “La prossima estate l’Europa dovrà affrontare un divario tra domanda e offerta di circa 30 miliardi di mcb, una sfida molto seria per l’economia e i mercati energetici”, ha affermato Birol, “vogliamo portare l’argomento all’attenzione dei leader europei”. Nelle prossime settimane l’Iea rilascerà un piano aggiornato in dieci punti per illustrare ciò che è necessario per garantire che gli stoccaggi siano riempiti al 95 per cento  entro l’inizio della stagione di riscaldamento 2023-24 e per ridurre strutturalmente il consumo  di gas. La crisi energetica non è finita, anche se le cose stanno migliorando i governi non devono abbassare la guardia.

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