Bce, conferenza stampa della presidente Lagarde (LAPresse) 

Editoriali

L'assedio alla Banca centrale europea, a cominciare dal discorso di Meloni

Redazione

Dall’inflazione, con le recenti parole di Ignazio Visco, al gas, e l'opposizione della Germania al price cap. E poi i tassi di interesse. Perché la Bce ha un problema con gli stati 

Bisogna risalire ai tempi delle bordate di Donald Trump alla Fed di Jerome Powell, che definì “un incapace”, per trovare una critica più esplicita fatta da un capo di governo a una Banca centrale rispetto a quella di Giorgia Meloni nei confronti della Bce. Meloni ha voluto ricordare che la scelta di aumentare i tassi d’interesse è da molti ritenuta azzardata e che questa può creare difficoltà aggiuntive agli stati europei con elevato debito pubblico, come l’Italia.

 

Per la verità, anche altri capi di governo Ue hanno espresso scetticismo sull’opportunità di una stretta monetaria in una fase di rallentamento economico, per esempio il presidente francese Macron e la finlandese Marin, ma la premier italiana ha scelto una sede istituzionale, la Camera dei deputati, e un momento cruciale, il discorso per chiedere il voto di fiducia al suo governo, per inviare un messaggio a Francoforte.

 

Negli Stati Uniti sappiamo com’è andata a finire: per combattere l’inflazione la Fed ha avviato un percorso di inasprimento di politica monetaria che dovrebbe portare il tasso federale al 4,25-4,5 per cento prima della fine del 2022. E in Europa non dovrebbe andare troppo diversamente sebbene esistano evidenti differenze sull’origine dell’inflazione tra le due macro-aree, come sottolineato di recente anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. L’obiettivo perseguito dalla Bce è il controllo dei prezzi anche se questo, come dice Macron, può diventare controproducente quando finisce per condurre i paesi in recessione.

 

Alla vigilia del board del 27 ottobre, la maggioranza degli analisti prevede un aumento di 0,75 punti base dei tassi con un ulteriore rialzo di 0,5 punti a dicembre e la prospettiva di una rivalutazione delle prospettive economiche e di inflazione a inizio 2023. L’unica speranza che la Bce possa rallentare il ritmo della stretta non è rappresentato dal malumore dei governi ma dal ribasso del prezzo del gas, se questo diventasse duraturo, cosa non scontata visto che Olanda e Germania continuano a opporsi al price cap.