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caro energia

Il bazooka dell'Ue non può più aspettare

Chicco Testa

Storie di bollette folli, per capire la crisi che verrà. Bisognerà mettere in campo risorse ben superiori a quelle previste e decidere subito politiche energetiche per il futuro

Al direttore - C’è il barbiere di zona, un artigiano che lavora da solo, la cui bolletta elettrica è passata da 150 euro a 500. Idem per quella del gas. Probabilmente più di un terzo del suo reddito se ne è andato e il mese di agosto lo ha passato a lavorare per pagare il conto dell’energia. Poi c’è la grande azienda con alti consumi di energia: il conto è passato da 100 milioni all’anno a una previsione, sulla base dei costi attuali, di 350 milioni. Margini azzerati e drammatica perdita di valore. E infine c’è la media azienda che spendeva 300 mila euro all’anno e che oggi mette in conto più di un milione. Anche in questo caso l’utile è azzerato e tutti i covenant finanziari vanno a farsi benedire. Tre esempi che possono diventare migliaia. E che si riflettono di già sulla caduta nei consumi di elettricità nel mese di agosto. Meno 15 per cento per le aziende che usano importanti quote di elettricità nella produzione.

 

Tutti cercheranno disperatamente di traslare i maggiori costi sui propri clienti, ma ciascuno oltre che fornitore, è anche cliente di qualcun altro e quel che scarichi da una parte te lo ritrovi dall’altra. Con in più l’inflazione. Questa corre il rischio di essere fra le peggiori crisi europee mai verificatesi, tale da far impallidire la recente epidemia. E’ stata compresa fino in fondo? Oppure, si spera che sia solo una nottata, molto scura certo, ma che passerà? L’Italia mostra le sue debolezze proprio quando l’urgenza si fa sentire.

 

Dovrà per forza limitare il ricorso al debito pubblico, al contrario per esempio della Germania che già ha stanziato somme ingenti per sussidi e salvataggi come quello di Uniper, il principale importatore di gas. A giudicare dai tempi di reazione dell’Ue e dalle smunte proposte di molte forze politiche italiane non sembra che ci sia la consapevolezza di quanto drammatica sia la situazione. Bisognerà per sopravvivere mettere in campo ora risorse ben superiori a quelle previste e decidere subito politiche energetiche per il futuro diverse da quelle del passato. Gli stati nazionali da soli non ce la possono fare e l’Europa deve inevitabilmente mettere a disposizione risorse ingenti. Bisogna che qualcuno pronunci nuovamente un “wathever it takes” prima che per aziende e famiglie europee sia troppo tardi. 

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