Niente crociate

Un mondo senza plastica. Aiuto

Carlo Stagnaro

Se usiamo tanto questo materiale non è senza motivo. Non si tratta della cattiveria delle multinazionali, ma delle caratteristiche che la rendono sicura, resistente e igienica per la conservazione degli alimenti. L'esperienza della catena inglese di supermercati Iceland lo conferma

Come sarebbe un mondo senza plastica? Sicuramente, complicato. Lo conferma l’esperienza della catena inglese di supermercati Iceland, che ha provato a eliminare gli imballaggi in plastica dai suoi scaffali. Con quali risultati? In alcuni casi la carta – il principale succedaneo della plastica – si è rivelata inadatta: le banane e la lattuga marciscono più rapidamente o si rovinavano; idem il bacon. I clienti evitano di acquistare il pane avvolto nelle buste di carta, non volendo un prodotto nascosto alla vista. Allora si è pensato bene di lasciare dei buchi nella carta, per esempio delle patate: ma allora l’involucro si lacera. Inoltre, con la crisi delle materie prime in atto, la carta ha raggiunto costi proibitivi e non è neppure detto che abbia un impatto ambientale inferiore alla plastica, almeno secondo alcuni. E, per di più, i gestori dei supermercati hanno notato un incremento dei furtarelli perché gli involucri di carta sono più facili da nascondere, a differenza di quelli più rigidi e ingombranti di plastica.

Ciò non significa necessariamente che abbandonare le plastiche monouso e non riciclabili sia impossibile e neppure che sia indesiderabile. Significa, per usare le parole di Richard Walker, figlio del fondatore di Iceland, che “se entri nei nostri negozi vedi ancora un muro di plastica. E’ frustrante ma non si può andare dalla A alla Z in un battito di ciglia”. L’esperienza di Iceland, che ha avviato questa campagna nel 2018 e spera di completarla entro il 2023, conferma semmai che, se usiamo tanta plastica, non è senza motivo. Non si tratta della cattiveria delle multinazionali, ma delle caratteristiche che fanno della plastica un materiale sicuro, resistente e igienico per la conservazione degli alimenti. Forse la soluzione non andrebbe cercata nell’eliminazione della plastica, quanto meno non in quegli utilizzi di cui non esistono ancora alternative migliori. Una campagna per l’uso responsabile della plastica e per migliorare i sistemi di raccolta e trattamento è meglio di una crociata contro di essa. 

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