Ansa

Arrivano i nuovi incentivi Auto, ma la produzione è strozzata

Antonio Sileo

Oggi il decreto, mentre le vendite calano del 26 per cento rispetto al 2021. Intanto l'industria resta in difficoltà per la crisi dei microchip, dei semiconduttori e delle materie prime, oltre ai problemi di trasporto e agli effetti della guerra. Le nuove misure e il solito rischio click day

Le vendite di automobili nuove da gennaio a oggi sono in flessione di oltre il 26 per cento rispetto al 2021, che è stato un anno tutt’altro che entusiasmante e incapace di recuperare i volumi persi nel pandemico 2020. Del tutto comprensibile, quindi, l’attesa dei nuovi incentivi previsti dal decreto legge Bollette di febbraio che oggi dovrebbe essere in Gazzetta ufficiale. 

 

Il dpcm –  ribattezzato “decreto incentivi” – è stato approvato il 6 aprile e ha ricevuto il via libera della Corte dei Conti il 5 maggio. Rispetto ai precedenti, il governo ha introdotto correttivi di rilievo ma i colli di bottiglia che strozzano l’industria potrebbero portare a introdurre ulteriori modifiche. In particolare, la misura prevede che l’immatricolazione delle automobili che beneficiano degli incentivi avvenga entro 180 giorni dall’acquisto.Un tempo che difficilmente potrà essere rispettato viste le difficoltà di approvvigionamento di diverse componenti. L’industria, in Italia e in Europa, è in grande difficoltà per l’irrisolta crisi dei microchip e dei semiconduttori, per l’aumento dei costi delle materie prime e del trasporto e da ultimo per la scarsità di cablaggi venuti a mancare con il degenerare in guerra aperta del conflitto tra Russia e Ucraina, dove se ne producevano grandi quantità non facilmente sostituibili.

 

Tutti questi fattori diventano mine nell’ostico campo di battaglia della transizione ecologica, per ora ancora declinata solo come transizione verso l’elettrico. Con una novità. Quest’ultima tornata di incentivi premia le auto plug-in, attribuendo loro un tetto massimo di prezzo più alto delle elettriche pure: 54,9mila euro contro i 42,7 (Iva inclusa). Una scelta coerente con l’idea di aiutare anche l’industria italiana, visto che quel che ne resta per ora produce più plug-in che elettriche. L’altra novità positiva è che si tratta di una misura finalmente strutturale: 8,7 miliardi, uno all’anno dal 2023 al 2030, è la dotazione complessiva del fondo automotive destinato non solo ad aiutare gli acquisti di autovetture ma anche l’insediamento, la riconversione e la riqualificazione della produzione verso forme innovative e sostenibili; aiuti diretti anche all’industria, quindi.
  
 

Dopo la pubblicazione del decreto potranno essere sottoscritti i contratti d’acquisto che  beneficiano dell’incentivo. Tuttavia, quando il 25 maggio saranno disponibili le risorse e la nuova piattaforma informatica, potrebbero essere già troppe le pratiche firmate e pronte per essere finalizzate, complici i numerosi annunci e gli ancor più frequenti rilanci stampa. Il rischio dunque è che si alimenti il solito click day, almeno per le auto più richieste e con meno fondi: verosimilmente quelle con emissioni omologate di anidride carbonica (CO2) per chilometro percorso comprese tra 61-135, di qualsiasi alimentazione – metano, Gpl, gasolio e benzina – non per forza ibride, purché sufficientemente contenute nei consumi. 

 

Punto qualificante dei nuovi incentivi, oltre all’esclusione delle persone giuridiche, è anche l’abbassamento della soglia massima del prezzo d’acquisto. Fino allo scorso anno per le elettriche pure il tetto di spesa arrivava a 61mila euro. Un limite iniquo perché decisamente alto, benché fortemente sostenuto da un partito del popolo come il M5S. Basta  ricordare che la vettura elettrica più economica costa 21mila euro (sempre Iva inclusa).

Oltre al limite delle emissioni, per beneficiare dell’incentivo servono (almeno) altre due condizioni: la vettura non potrà costare più di 35 mila euro (42,7mila euro con Iva) e bisogna necessariamente rottamare un’auto immatricolata da almeno più dieci anni e con standard Euro non superiore a 4. Fatto ciò, si avrà diritto a uno sconto di duemila euro. Non tantissimo, soprattutto se, come sembra, i prezzi delle automobili in vendita sono destinati a crescere per motivi descritti sopra. L’ammontare totale disponibile per quest’anno è comunque ingente: 170 milioni per la fascia 61-135 gCO2/km, 225 per le ibride plug-in, 220 per le elettriche pure. Per il 2023 e il 2024 le disponibilità cresceranno per le fasce con meno emissioni e diminuiranno per le auto senza spina, ma i valori potranno anche essere riallocati in base alla domanda. L’unico freno all’esaurimento istantaneo dell’incentivo per la fascia più richiesta è la rottamazione obbligatoria, requisito indispensabile per poter richiedere lo sconto all’acquisto.  
 

Di più su questi argomenti: