(foto Unsplash)

editoriali

La medicina sono gli Eurobond

Redazione

Le nuove sfide dell’Ue e l’inflazione in crescita impongono strumenti diversi

L’inflazione italiana ha raggiunto a marzo il 6,7 per cento, record dal 1991 e con un aumento mensile dell’1,2. Peggio in Germania (7,3) e Spagna (9,8). Il dato dell’Eurozona arriva oggi: il consenso degli analisti è intorno al 6,6 mentre a febbraio fu del 5,9. In ogni caso sarà difficile per la Bce continuare a tenere i tassi d’interesse sotto zero (meno 0,5) e prevederne la risalita “abbastanza dopo” il termine degli acquisti del Quantitative easing, previsto nel terzo trimestre. Nell’ultimo vertice del 10 marzo, Christine Lagarde aveva di nuovo preso tempo sulla temporaneità o meno del rincaro dei prezzi; il prossimo summit sarà il 14 aprile. E’ sempre più difficile che l’inflazione torni fra un anno all’obiettivo del 2 per cento, come previsto dalla Bce. Non sono più solo i paesi del nord a premere per la normalizzazione della politica monetaria.

La Spagna può presto unirsi al coro e quanto all’Italia perderà le proprie tradizionali sponde. Gli istituti di ricerca dicono che i prezzi aumentano principalmente per l’energia e le materie prime, fattori temporanei ma che potrebbero trasformarsi in durevoli anche quando finirà il conflitto in Ucraina. I presupposti per evitare un avvitamento tra perdita del potere d’acquisto e bassa crescita del pil ci sono. E Lagarde dovrà stavolta indicare una rotta chiara e strumenti adeguati. Un ritorno dei tassi d’interesse a zero è ragionevole, ma non basterà. E’ necessario che la presidente si coordini con Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Ue, su una nuova tornata di Eurobond per finanziare gli impegni annunciati dall’Europa: politica energetica comune non più dipendente dalla Russia e avvio di una Difesa comune. Il meccanismo esiste già ed è quello di successo dei bond emessi per finanziare il Recovery plan o il Next Generation Eu. Esula dalla separazione tra banca centrale e governi? Anche la linea di credito appena offerta a Polonia, Ungheria e altri paesi fuori dall’euro lo fa. Tutto cambia, anche in meglio (l’autonomia energetica), magari pure il mandato della Bce.

Di più su questi argomenti: