Camera, conferenza stampa Lega su proposte in tema di energia e caro bollette (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse) 

editoriali

Il lessico salviniano sull'energia, spiegato

Redazione

Il leader leghista ha un’idea strana dei “portafogli gonfi” e dei “margini pazzeschi” dell'Enel

Secondo Matteo Salvini, l’Enel “sta macinando utili mostruosi”, “fa margini pazzeschi”, “penso che tutti debbano mettersi una mano sulla coscienza e l’altra al portafoglio ben gonfio”. Il segretario della Lega, un po’ perché la situazione lo richiede, un po’ magari per deviare l’attenzione dalla politica day by day e dalle trattative per il Quirinale, si occupa attivamente del caro-bollette. Decine di imprenditori, racconta, gli telefonano ogni giorno quasi affidandogli la soluzione del caro energia: un problema mondiale al quale Salvini attribuisce però una dimensione domestica, e a se stesso un ruolo da protagonista.

  

Il governo effettivamente se ne sta occupando, dopo aver tentato di calmierare i rialzi per altre vie. Vi ha accennato Mario Draghi e lo conferma con altro linguaggio Giancarlo Giorgetti: in sintesi si studia un contributo a carico di chi produce energia. Il lessico salviniano non facilita la soluzione: produrre utili è dovere di ogni azienda, ancora più se pubblica. Additare le imprese e i loro bilanci quasi come untori o profittatori di guerra può portare un po’ di popolarità televisiva, ma ricorda le crociate contro la Bce del contratto gialloverde, contro il franco coloniale di grillina memoria e oggi contro le case farmaceutiche dei No vax.

    

A Salvini però slitta la frizione anche per un altro motivo. La Lega, in molte realtà locali spalleggiata dal Pd, è capofila del no alla riforma della concorrenza che, oltre ad altre cose (balneari, tassisti), riguarda due settori che l’energia la producono, come i bacini idroelettrici, o la consumano, come i trasporti pubblici regionali. Più concorrenza significa più attori in campo, magari più forti, più accesso ai mercati, più facilità di approvvigionamento a condizioni migliori. E infine, come si è visto nella telefonia fissa e mobile dove la concorrenza è realtà da anni, prezzi più bassi al pubblico. Ma qui Salvini dimentica i “portafogli gonfi” e i “margini pazzeschi” e difende i pochi o molti che da sempre si dividono il mercato e le rendite garantite.

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