Colazioni da Tiffany. Il caffè è la merce più aumentata di prezzo del 2021

Maurizio Stefanini

L’inflazione impatta sull’arabica ma anche sullo sciroppo d’acero: costano ora 20 volte in più del petrolio. Stagione secca e picco della domanda dietro la trasformazione in beni di lusso

Colazione alla stelle. Giovedì mattina il contratto futures sul caffè Ice Arabica era in Europa sopra i 2,40 dollari per libbra: più del doppio rispetto a inizio di anno. Oltre i massimi da 10 anni già toccati martedì anche il contratto futures su Robusta: di minor qualità, tant’è che Starbucks lo esclude dai suoi prodotti; ma più ricco di caffeina, e anche capace di crescere in zone dove il clima non consente all’arabica di prosperare.

 

In assoluto, il caffè è la merce che più è aumentata di prezzo nel corso del 2021. Per la strozzatura delle catene di approvvigionamento, ma anche per il picco della domanda, per la stagione particolarmente secca, e per problemi specifici che hanno riguardato tutti i maggior paesi di produzione. Se in Etiopia c’è infatti la guerra, in Brasile i raccolti sono stati colpiti da una improvvisa gelata, in Colombia dalle troppe piogge e in Vietnam la variante Delta ha rallentato i porti. Ma non è solo il caffè. A fine ottobre il Financial Times aveva elaborato un indicatore ad hoc sulla prima colazione in cui oltre ai futures del caffè erano stati inclusi quelli di latte, zucchero, grano, avena e succhi d’arancia. Tutti ai massimi da 10 anni, e dal 2019, in particolare, l'indice era salito del 63 per cento, con una accelerazione iniziata la scorsa estate.

 

Conferma del caffè a parte, le ultime notizie hanno aggiunto un altro prodotto da colazione il cui uso è magari da noi marginale, ma in Nordamerica è un must: lo sciroppo d’acero. Proprio subito dopo la decisione di Biden di  mettere sul mercato una parte della riserva strategica Usa di petrolio l’associazione dei produttori del Quebec ha deciso di mettere a sua volta in vendita 22.000 delle 44.000 tonnellate di questa riserva: e un barile di sciroppo d’acero costa 20 volte uno di petrolio. Anche lì, una stagione calda ha ridotto la produzione del Canada, 72 per cento di quella mondiale, dalle 79.000 tonnellate del 2020 a 60.000.
 

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