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l'intervista

"Salvare la biodiversità è fondamentale per la sostenibilità ambientale"

Antonio Pascale

Cosa si può fare per promuovere la coesistenza tra agricoltura e ambiente? Parla Riccardo Vanelli, ceo di Syngenta Italia

Sabato 22 maggio, giornata mondiale per la biodiversità. Concetto affascinate, fondamentale, ma di non facile definizione, ci vorrebbero dei punti di orientamento. Due chiacchiere, cioè 4 semplici domande a Riccardo Vanelli, CEO di Syngenta Italia.

 

Mi spiega questo concetto così ricorrente, biodiversità?  

Volendo dare una definizione, per biodiversità s’intende la varietà di specie vegetali e animali, sia allo stato spontaneo/selvatico sia introdotte dall’uomo, che coesistono e interagiscono in un determinato ambiente naturale, concorrendo all’equilibrio complessivo di quest’ultimo.  Spostando il focus sull’agricoltura, appare chiaro come la biodiversità agricola rappresenti la sua spina dorsale. Essa, infatti, sostiene le funzioni dell'ecosistema alla base della salute del suolo e dell'impollinazione delle piante, contribuendo così a garantire che gli agricoltori possano produrre il cibo necessario a sostenere le popolazioni in forte crescita nel mondo.  E’ importante lavorare a 360° in agricoltura, da una parte supportare gli agricoltori a incrementare la produttività delle loro colture, dall’altra contribuire a migliorare la sostenibilità delle loro attività, attraverso soluzioni innovative che guidino la crescita del loro business e riducano al contempo gli impatti ambientali dell'agricoltura.

 

La stiamo perdendo? Perché

La perdita di biodiversità rappresenta una delle maggiori preoccupazioni della società in tutto il mondo, innanzitutto perché, come chiaramente indicato nel report FAO del 2019, “la biodiversità è fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale e per poter rispondere meglio alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo senza danneggiare il nostro ambiente." Le cause di questo impoverimento sono molteplici e ancora oggetto di studio per aumentare le conoscenze a nostra disposizione.  Ne elenchiamo qualcuno: cambiamenti nell'uso e nella gestione della terra e dell'acqua, seguiti da inquinamento, sovra-sfruttamento, cambiamenti climatici, crescita della popolazione e urbanizzazione. Tuttavia, se vogliamo guardare il bicchiere con umore ottimista, allora notiamo che stanno aumentando le pratiche utili a invertire la tendenza e quindi fermare la perdita di biodiversità alimentare e agricola, una gestione sostenibile del suolo, la protezione delle risorse naturali, l’agro-ecologia, una gestione forestale sostenibile e piani di gestione più ampi del territorio e la conservazione delle specie e degli habitat.

 

Che soluzioni ci sono?

Siamo alla costante ricerca delle modalità più efficaci per invertire la rotta della perdita di biodiversità, promuovendo la coesistenza e il mutuo beneficio tra agricoltura e ambiente. Possiamo contribuire a contrastare questo declino mediante la promozione di buone pratiche negli areali agricoli e di progetti volti a fornire maggiori e migliori habitat per aumentare il numero e la salute degli impollinatori e della fauna in generale. Faccio un esempio particolare e uno generale. In particolare, dedicare più attenzioni all’uso di aree marginali o improduttive dei terreni agricoli aiuta l’incremento della biodiversità nei paesaggi agricoli e aiuta anche gli agricoltori a ottenere una maggiore fertilità del suolo, essere più resilienti contro i cambiamenti climatici, migliorare l'impollinazione e la gestione dei parassiti e proteggere più adeguatamente i corsi d'acqua naturali.

Più in generale è necessario creare incentivi e misure di condivisione dei benefici e promuovere iniziative a favore della biodiversità. Occorre intensificare gli sforzi per migliorare lo stato delle conoscenze sulla biodiversità, come anche migliorare la collaborazione tra istituzioni, produttori, consumatori, settore privato e pubblico tutti operanti nei settori alimentare, agricolo e ambientale.

 

Avete progetti concreti in merito?

Ormai Operation Pollinator festeggia i 20 anni di vita. Si basa sulla semina dei bordi campo con essenze ricche in nettare e polline che incrementino la popolazione degli insetti impollinatori. Queste aree, oltre a costituire una fonte di cibo alternativa per gli insetti utili e a rappresentare un rifugio sicuro per piccoli mammiferi e uccelli, permettono di migliorare la gestione del territorio, incrementare la fertilità dei suoli e la loro biodiversità, proteggere i corsi d’acqua e limitare il fenomeno del ruscellamento, aspetto fondamentale per il mantenimento della fertilità del terreno. Secondo verifiche indipendenti e realizzate ogni tre anni, nelle aree in cui è stato implementato, Operation Pollinator ha contribuito a incrementare la popolazione locali dei bombi (6 volte), delle farfalle (12 volte) e degli insetti utili al suolo (10 volte).

Un altro progetto riguarda le Green Cover Crop, colture che servono unicamente come copertura del terreno così da non lasciarlo nudo nei periodi di non coltivazione. In questo modo si garantisce sempre una copertura vegetale tra una produzione e l’altra per migliorare la sostenibilità del processo produttivo, consentendo di utilizzare le potenzialità dell’ecosistema a favore della produzione. L’utilizzo delle Green Cover Crop, in alternanza alle colture da reddito, porta numerosi benefici per il suolo: miglioramento della fertilità, contenimento dell’erosione superficiale e protezione delle acque di superficie, incremento della biodiversità, miglioramento della struttura del suolo, lotta alle infestanti.

 

Funzionano, voglio dire, questi progressi sono monitorati?

Il costante monitoraggio dei risultati è fondamentale per quantificare i nostri progressi e capire se ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Proprio in quest’ottica, nel 2013 abbiamo lanciato il The Good Growth Plan, un piano volto a migliorare la sostenibilità dell'agricoltura attraverso 6 obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2020. Tra questi c’era quello di migliorare la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreno coltivato e nel 2019 l’abbiamo ampiamente superato con un impatto positivo su 8,2 milioni di ettari. In Italia sono stati ben 79.895mila gli ettari di terreni agricoli interessati dai protocolli di Operation Pollinator. Un altro impegno incluso nel piano era focalizzato sul miglioramento della fertilità di 10 milioni di terreni agricoli a rischio di degrado attraverso progetti volti a incoraggiare la minima perturbazione del suolo, la rotazione delle colture e l’utilizzo delle green cover crops. Grazie a questi progetti, insieme ai nostri partner, abbiamo raggiunto ottimi risultati, il miglioramento della salute di 10,8 milioni di ettari di terreno agricolo, ben 800.000 ettari oltre l’obiettivo fissato per il 2020.

Ora abbiamo rinnovato The Good Growth Plan per altri 5 anni. Anche in questo programma la tutela della biodiversità ricopre un ruolo centrale, con l’obiettivo ambizioso di avere un impatto positivo su 3 milioni di ettari di terreni agricoli ogni anno. Se aumentiamo il passo dell’innovazione, impegnandoci a ricercare e sviluppare soluzioni che siano in linea con principi di sostenibilità, e incoraggiando l'adozione di pratiche che migliorino l’ambiente e al contempo migliorino anche la produttività dei terreni utilizzati per la coltivazione, insomma, se saremo capaci di far tutto questo, riusciremo a raggiungere l’obiettivo".

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