La Super League si fa sentire in Borsa. La Juve guadagna il 15 per cento

Mariarosaria Marchesano

Per gli analisti i diritti televisivi potranno essere più elevati rispetto alla Champions League. Gli investitori scommettono sul titolo della società bianconera, l'unica quotata tra le tre italiane che hanno aderito al nuovo campionato

La Super League fa volare in Borsa il titolo della Juve, che in tarda mattinata guadagna quasi il 15 per cento con un aumento di capitalizzazione di oltre 150 milioni di euro. Nella nuova competizione calcistica europea sono entrati tre club italiani (oltre alla Juventus, hanno aderito Milan e Inter), sei inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham) e tre spagnoli (Atletico Madrid, Real Madrid, Barcellona), ai quali si aggiungeranno presto altri club (si fanno già i nomi di Bayern Monaco, Red Bull/Lipsia e Porto) per un totale di 15 membri fondatori permanenti. A questo nucleo iniziale, ogni anno si uniranno altre società sulla base di un processo di ammissione che porterà la Superlega ad avere 20 squadre per ciascuna stagione.

 

Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, la Super League farà più ricca la società rosso-nera (e le altre che ne faranno parte, ma la Juve è l’unica delle tre italiane quotata a Piazza Affari) perché potrà attrarre diritti televisivi più elevati rispetto alla Champions League (circa 2 miliardi di euro all’anno nelle stagioni 2018-2021), che saranno suddivisi tra i soli 20 club che ne faranno parte. E proprio questa prospettiva di spartizione tra pochi privilegiati dei guadagni che provengono dalle dirette televisive delle partite sta scatenando un’ondata di polemiche sul progetto Superlega che sarà finanziato con 3,5 miliardi dalla banca d’affari americana Jp Morgan. Quest’ultima ci ha tenuto a precisare che il nuovo torneo annuale fornirà “una crescita economica significativamente più elevata” ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo periodo.

 

 “Anche la vendita di biglietti, la sponsorizzazione e il merchandising potrebbero trarre vantaggio, considerando la qualità delle partite e il vasto pubblico di questi club”, osservano gli analisti di Intesa Sanpaolo aggiungendo che d’altra parte bisogna considerare gli effetti della reazione di Uefa e Fifa che potrebbero decidere di escludere questi club dalle loro competizioni nazionali e internazionali (in effetti, le due organizzazioni stanno già minacciando di muoversi in questo modo).

 

In attesa di approfondire l’impatto economico di quella che si annuncia come una rivoluzione per il calcio europeo, gli analisti ricordano che nel 2018-19, l’ultima stagione normale prima della pandemia, la Juventus ha registrato circa 70 milioni di euro dalla vendita di biglietti e circa 200 milioni dai diritti tv.

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