Sharon Stone, nella parte di se stessa in udienza dal papa John Malkovich, nella serie “The New Pope” di Paolo Sorrentino 

Meno auto, più Louboutin: una bella idea di decrescita felice

Mariarosa Mancuso

Le scarpe col tacco che si fanno riconoscere, anche al cinema. A Exor una quota della maison

Nel film “Niagara”, Marilyn Monroe avanza fasciata in un abito rosso abbagliante, davanti ai vicini di bungalow. Staccati gli occhi dal fianco procace, il marito interroga la moglie: “Perché non ti metti mai un vestito così?”. “Bisognava esercitarsi fin da piccole” risponde lei, indietro con i compiti. Anche con i tacchi bisognava esercitarsi fin da piccole. A noi è mancata la voglia e soprattutto la disciplina, se si esclude qualche incursione occasionale che la parte oscura del guardaroba può testimoniare. Andiamo meglio sulla teoria, sempre d’après Miss Monroe: il tacco di una scarpa, una sola, va accorciato di mezzo centimetro, per meglio ancheggiare.
   

Sono ancora lì, le scarpe col tacco. Fiduciose o rassegnate, chi lo sa? Comunque, non le avevamo pagate tanto da sentirci in dovere di rivolgere loro la parola. Non significa che non sappiamo riconoscere e apprezzare una Louboutin quando la vediamo, al cinema o dal vivo. E la notizia che la famiglia Agnelli abbia comprato il 24 per cento della Louboutin corrisponde alla nostra idea di decrescita felice: meno automobili, se proprio insistete, e più scarpe di lusso. 
   

Riconosciamo le scarpe disegnate da Christian Louboutin anche quando il film è in bianco e nero, senza l’aiuto della suola rosso lacca. Per esempio, in “Malcom & Marie” di Sam Levinson (su Netflix). Zendaya se le toglie quasi subito, di ritorno dalla serata in cui il compagno regista ha avuto gli applausi. Acida perché si è vista nel film, e vuole essere riconosciuta come musa ispiratrice, addirittura co-sceneggiatrice. In risposta, lui fa l’elenco – testuale – di “tutte le ragazze matte e fuori di testa con cui sono stato prima di te”. Altrettante fonti di ispirazione, lascia capire. La categoria del gentiluomo è tramontata, ma la cafonaggine pare eccessiva. Tanto più che il film vuole essere intenso e sofferto, mica ha il cinismo di “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, dove i litiganti Elizabeth Taylor e Richard Burton inventano un bambino mai nato per farsi più male.
     

Si sfila le Louboutin nere Sharon Stone, nella parte di se stessa in udienza dal papa John Malkovich, nella serie “The New Pope” di Paolo Sorrentino. Non paga, le spinge in avanti con i piedini nudi, a mo’ di regalo (Quentin Tarantino non ha mai commentato la scena ma gli deve essere parecchio piaciuta). Il papa ha la risposta pronta, sebbene non propriamente ortodossa: fa sapere che le metterà in una teca, come una reliquia. 
   

“The Suspects Wore Louboutin” – i sospetti calzavano Louboutin – era l’articolo di Vanity Fair da cui Sofia Coppola ha tratto il film “The Bling Ring”. Quattro amici losangelini entravano nelle case delle star (una vittima fu Paris Hilton) e portavano via abiti, borse e scarpe. Abbastanza svegli da sfruttare i social per sapere quando i proprietari erano assenti. Non avevano messo in conto la videosorveglianza.
     

David Lynch ha girato lo spot Rouge Louboutin: scarpe-scultura con i tacchi a spillo così vertiginosi che solo una ballerina classica le può calzare (quanto a muovere qualche passo, potrebbe avere anche lei qualche problema). “The Exibitionist” era il titolo della mostra personale, con ricco catalogo, l’anno scorso al Palais de la Porte Dorée di Parigi.
Tutto bellissimo e seducentissimo. Però da ragazze rasoterra – è come il reggiseno imbottito, prima o poi te lo devi togliere – vorremmo ricordare le ballerine di vernice rossa che la ditta di Rose Repetto nel 1956 fabbricò per Brigitte Bardot, che girava “Et Dieu… créa la femme”, diretta da Roger Vadim (“Piace a troppi”, per l’Italia devota). Si chiamano “Cendrillon”. Come “quella gran culo di Cenerentola”, copyright “Pretty Woman”.
 

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