Il Cashback e il Superbonus alla luce delle parole di Draghi
"Le risorse sono sempre scarse” e “ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. Per questo è necessario valutare e rivedere due bonus che sono costosi, regressivi e distorsivi
Nel discorso attraverso cui ha chiesto la fiducia al Senato, Mario Draghi ha introdotto un elemento di realismo economico che pare ormai dimenticato nelle aule parlamentari. Parlando delle responsabilità e delle risposte che il paese ha nei confronti dei giovani, il presidente del Consiglio ha dichiarato che chiedersi se stiamo facendo per le future generazioni “tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi” è una “domanda che non possiamo eludere quando aumentiamo il nostro debito pubblico senza aver speso e investito al meglio risorse che sono sempre scarse. Ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti”. Quello espresso da Draghi è un ragionamento pienamente economico, che riprende i concetti di trade-off e costo opportunità. I politici preferiscono nettamente di più la distinzione draghiana tra “debito buono” e “debito cattivo”, perché consente agevolmente di battezzare come “buona” qualsiasi spesa o investimento. L’introduzione del concetto di scarsità delle risorse, invece, costringe a fare un confronto tra impieghi alternativi e quindi non a scegliere quelli ritenuti “buoni” ma “migliori”. E’ questo lo scrutinio che dovrebbe superare qualsiasi decisione di impiegare le risorse pubbliche: non semplicemente “sono soldi spesi per un buon motivo ”, ma più precisamente “ci sono altri modi per spenderli meglio”?
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- Luciano Capone
Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali