Cipro dice no al Ceta per salvare un formaggio. Il timore dell'effetto domino
Da anni i ciprioti chiedono all’Ue di dare all’halloumi le stesse protezioni che ha il parmigiano: una delle poche questioni su cui i due governi dell'isola, greco e turco, sono d'accordo
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Il Ceta è vivo
Milano. Il Parlamento di Cipro, pochi giorni fa, ha votato contro la ratifica del Ceta, l’accordo di libero scambio transatlantico tra Unione europea e Canada. Dopo lo psicodramma della Vallonia nel 2016, che tenne in ostaggio il Ceta e rischiò di far fallire il trattato, il voto cipriota è il primo a bocciare l’accordo commerciale, e la ragione principale, sembra, è un formaggio. Tutti i partiti ciprioti tranne Disy, che è la più importante forza politica di centrodestra a cui appartiene anche il presidente Nicos Anastasiades, hanno votato contro il Ceta, e una delle motivazioni addotte con più frequenza durante il dibattito in Aula è stata che l’accordo con il Canada non protegge abbastanza l’halloumi, un formaggio salato e denso prodotto con latte di capra o di pecora che è buonissimo fritto o grigliato alla piastra, è molto tipico di tutta Cipro e nella parte turca dell’isola è chiamato hellim.
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- Eugenio Cau
E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.