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L'occasione da non sprecare per sostenere l'occupazione

Maria Carla Sicilia

Non basta sospendere il decreto dignità per restituire flessibilità al mercato del lavoro. "È il momento di accompagnare le trasformazioni in corso con la formazione", ci dice il presidente della Fondazione Adapt 

Tra gli interventi da finanziare con lo scostamento di bilancio da 25 miliardi su cui il governo cerca l'accordo in queste ore c'è anche un pacchetto di misure su lavoro e occupazione su cui questa mattina il ministro Roberto Gualtieri ha fornito alcune indicazioni. Il ministro ha chiarito che saranno introdotte misure di sostegno alle assunzioni, come la decontribuzione per i contratti a tempo indeterminato; che saranno prorogate le deroghe per il rinnovo dei contratti a termine anche senza causale e che sarà estesa di altre 18 settimane la cassa integrazione guadagni (cig). Per il governo, ha precisato Gualtieri, è fondamentale rendere più selettiva la cig: “L'estensione della cig avverrà con elementi di differenziazione e selezione sulla platea delle imprese e con un contributo da parte di quelle che possono. La cassa integrazione sarà basata sui dati dei fatturati e sul diverso impatto della crisi su varie imprese”. 

   

Queste misure rappresentano un ravvedimento, seppure parziale, ai paletti introdotti durante il governo Conte I con il decreto dignità, forzato dallo stato di crisi di questi mesi che ieri l'Istat ha ben rappresentato con le sue statistiche. Dall'inizio della pandemia a oggi, ha detto il direttore del dipartimento per la produzione statistica in audizione al Senato, si registrano 500 mila occupati in meno, mentre ad aprile i lavoratori in cig erano quasi 3 milioni e mezzo. Il tema è dunque come sostenere il rientro in attività di queste persone, in una fase di grande trasformazione delle imprese, con le fragilità che da sempre accompagnano il nostro mercato del lavoro. “Bene allargare i vincoli del decreto dignità ma attenzione a non inserirne di nuovi”, avverte Francesco Seghezzi, presidente della Fondazione Adapt. Anche perché, ritoccare con misure estemporanee le regole del mercato del lavoro senza approfittarne per definire un quadro di ammortizzatori sociali e nuove politiche attive rischia di essere un'occasione sprecata, soprattutto ora che c'è una maggiore disponibilità di spesa. “La flessibilità del lavoro che il decreto dignità ha colpito funziona solo se c'è un ecosistema intorno ai lavoratori e alle imprese, una rete di sostegno che non sia solo assistenziale ma anche di attivazione delle persone”, aggiunge Seghezzi. 

  

Uno dei punti più delicati e critici di quanto è trapelato in questi giorni sulle misure del decreto Agosto è il blocco dei licenziamenti. “Chiedere alle imprese di non licenziare nella convinzione che tutto tornerà come prima non è un intervento condivisibile – continua Seghezzi – perché, passato questo periodo, è difficile immaginare che sarà ripristinato esattamente lo scenario iniziale: c'è una transizione in corso e ne dobbiamo tenere conto”. L'esempio, che potrebbe sembrare banale, è quello della ristorazione, goffamente sollevato anche da Laura Castelli qualche giorno fa. “Anche un cameriere che si trova a cambiare lavoro ha bisogno di formazione se gli si chiede di lasciare il taccuino per usare un iPad o interagire con una clientela internazionale”. E allora lo strumento su cui investire con decisione anche nel decreto Agosto, secondo Seghezzi, è quello del Fondo nuove competenze introdotto dal decreto Rilancio con una dotazione di 230 milioni di euro. “Bisogna però fare una scelta di coraggio”, spiega, “perché non si può mettere tutto in pausa proponendo un blocco dei licenziamenti, l'estensione della cassa integrazione e la formazione nello stesso tempo. Serve un ruolo forte dei sindacati per aiutare i lavoratori a comprendere questo passaggio epocale e devono avere un ruolo anche le imprese, facendosi carico in qualche modo di organizzare la formazione anche in vista di momenti di ristrutturazione, così da non restituire sul mercato del lavoro persone che non sono più qualificate". 

   

Sull'efficacia degli sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato, sostenuti e proposti anche dall'opposizione, come ha spiegato Giorgia Meloni al Foglio, Seghezzi spiega i suoi dubbi. “Sono misure sempre positive, ma faccio fatica a capire come possono stare insieme al blocco dei licenziamenti. La decontribuzione va benissimo, ma siamo sicuri che è davvero quello che serve oggi? Ci saranno delle imprese che nonostante la crisi stanno comunque crescendo, ma mi sembra un'azione marginale”. L'altro punto critico, in combinato disposto proprio con il blocco dei licenziamenti fino a fine anno, è la proroga della cig solo per altre 18 settimane. “In questi giorni sono emersi scenari diversi. Attenzione alle conseguenze perché per le imprese e i lavoratori può essere un elemento di difficoltà”. Nuovi paletti, appunto, che ingessano i rapporti di lavoro senza favorire un'occupazione di qualità. 

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