Oltre Benetton. Storie e peripezie da un paradosso
La via italiana alle privatizzazioni, dove la mano invisibile viene sempre mozzata via
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Autostrade, cattivo metodo e pericoloso precedente
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Draghi, Di Maio e Robespierre
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Franceschini e Conte: entrambi delusi, entrambi contenti
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Una soluzione da stato illiberale
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“Dopo Autostrade nazionalizziamo anche Tim e Open Fiber”
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I giusti paletti di uno stato imprenditore
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Addio Mr Secondamano-Luciano Cervone, il fondatore di eBay prima di internet
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La svolta su Aspi spiegata da Toninelli. Risate
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Il Veneto, quasi un deserto
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Basta slogan. Anche per le autostrade il rimedio è la concorrenza
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Sulla vicenda Autostrade mettiamoci un punto
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Il plot Mediobanca
Il ramo italiano viene tagliato, ma la pianta resta bella grande. Su questo gli analisti finanziari sono concordi e il balzo delle azioni in Borsa conferma il loro giudizio. Nell’immediato l’accordo sembra gravoso per lo stato italiano e può essere un sollievo per gli azionisti, tuttavia molte domande rimangono senza risposta. Atlantia, nomen omen, porta sulle spalle non tutto, ma buona parte del mondo Benetton; è un colosso da 12 miliardi di euro se si consolida la spagnola Abertis della quale dal 2018 controlla il 50% più una azione (il resto è nelle mani di Florentino Pérez il costruttore proprietario del Real Madrid), anche se l’integrazione non è ancora avvenuta.
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