
Il leader della Cgil, Maurizio Landini (foto LaPresse)
Il contributo decisivo del sindacato e dell'opposizione nel disastro sul lavoro
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Cari sindacati, prima si rimuove il blocco ai licenziamenti e meglio è
Si fa presto a dire lavoro. Ho passato diversi piacevoli minuti in compagnia di Maurizio Landini, venerdì scorso a “In Onda” con Luca Telese e David Parenzo, e nel corso della chiacchierata con il segretario della Cgil sono emersi molti spunti utili per capire qual è oggi il vero tabù culturale nascosto dietro alle problematiche sul lavoro. In questa specifica fase della nostra storia, le problematiche legate al lavoro sono problematiche che appartengono a tutto il mondo e non bisogna essere degli scienziati dell'economia per capire che quando la crescita va giù inevitabilmente anche i posti di lavoro vanno giù. Vale per l'Italia, che secondo le previsioni più rosee registrerà a fine anno un calo del pil pari al 10 per cento, e vale per tutti gli altri paesi gravemente colpiti dal coronavirus, e dato che siamo ottimisti non osiamo pensare a cosa potrebbe accadere qualora la virologia da bar sport che sostiene sia tutto finito e che sta spingendo molti cittadini a credere che il virus sia finito, dovesse avere torto. Il punto, dunque, non è riconoscere la necessità di assistenzialistiche misure tampone, cosa che anche i più temibili tra i liberisti oggi riconoscono che sia necessaria, ma il punto è rendersi conto che intervenire sulla rivoluzione in corso nel mondo del lavoro usando solo la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti è come voler affrontare una pandemia distribuendo aspirine.
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- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.