File davanti a un supermercato Lidl durante il lockdown (foto LaPresse)

Duemila assunzioni e 50 nuovi punti vendita. Così Lidl investe nella ripartenza italiana

Mariarosaria Marchesano

“Abbiamo analizzato i trend degli ultimi anni e non abbiano avuto dubbi sul fatto di confermare tutti gli investimenti previsti”, ci dice il presidente del ramo italiano, Massimiliano Silvestri

Le immagini dei supermercati presi d’assalto e maldestramente svuotati durante il lockdown sono ancora vive nella mente, ma la ripartenza e la fiducia nella ripresa economica hanno fatto decidere a uno gruppo tedesco della grande distribuzione come Lidl che l’Italia resta un’opportunità. Così, quest’anno saranno investiti oltre 400 milioni di euro, assunte circa 2.000 persone e aperti 50 nuovi punti vendita nel nostro paese.

 

“Sono state settimane difficili quelle tra febbraio ed aprile – dice al Foglio il presidente di Lidl Italia, Massimiliano Silvestri – Dopo un esercizio, il 2019, chiuso in modo positivo e linea con le nostre aspettative, ci siamo trovati ad affrontare un momento di grave incertezza. Abbiamo avvertito l’impatto della pandemia quando le misure restrittive ci hanno costretto a chiusure dei negozi in determinate fasce orarie o in alcuni festivi. Ma poi abbiamo analizzato a freddo la situazione e considerando anche il trend degli ultimi anni, non abbiano avuto dubbi sul fatto di confermare tutti gli investimenti previsti puntando a un orizzonte di lungo termine. Nei mesi scorsi abbiamo sentito parlare tante volte di ripartenza, rilancio e fiducia, concetti importanti non solo per il comparto della grande distribuzione, ma per tutta l’economia italiana. E nella nostra visione di futuro ci sono occupazione, investimenti e sostegno della filiera del made in Italy”. Insomma, il gruppo Lidl vede in questa crisi l’occasione per consolidare in Italia il suo modello di discount, già in crescita prima della pandemia ma che non è mai stato in linea con i tempi come adesso.

     

I dati sembrano confortare questo ragionamento. Secondo l’Istat, infatti, nel mese di giugno la fiducia dei consumatori in Italia è salita di quasi sei punti (da 94,3 a 100,6) rispetto a maggio: sarà anche l’effetto degli aiuti di stato, ma la spesa alimentare e di prodotti per la casa è proprio l’ultima cosa alla quale gli italiani si sentono di rinunciare insieme con un certo standard di qualità che deve entrare nel carrello anche quando si tratta di prodotti che non hanno una marca commerciale nota.

    

“L’80 per cento di quello che i clienti trovano nei nostri punti vendita è prodotto in Italia – prosegue Silvestri - e questo perché in quasi 30 anni abbiamo costruito una rete di rapporti con le piccole e medie imprese alimentari che diventando stabilmente nostri fornitori hanno beneficiato della crescita del gruppo: nel 2019 Lidl ha esportato prodotti italiani per un valore superiore a 1,6 miliardi di euro. Di questi, oltre 420 milioni sono generati dall’ortofrutta, acquistata da produttori italiani e venduta in tutti i supermercati del mondo che sono quasi 11 mila”. Insomma, la formula che unisce politiche di contenimento di prezzo e qualità delle produzioni tipiche italiane sembra destinata a funzionare anche nella prospettiva di un ciclo economico debole ma con prospettive di rimbalzo già nel 2021. Con le 50 aperture previste per il 2020, i punti vendita Lidl in Italia salgono a 700. L’ultimo, in ordine di tempo, in viale Forze Armate, a Milano, che è stato costruito dove prima c’era un centro sociale abbandonato.

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