Nadia Calviño e Paolo Gentiloni, di spalle (foto LaPresse)

Tutti gli occhi dell'Eurogruppo su Nadia Calviño, garante della stabilità di Sánchez

Micol Flammini

Il ministro delle Finanze che piace a Bruxelles. Con le dimissioni di Centeno arrivano nuove possibilità per l’economista e per il governo di Madrid

Roma. Ora che Mario Centeno lascerà la presidenza dell’Eurogruppo – non sarà più il ministro delle Finanze del governo Costa ed è diretto verso la Banca centrale portoghese – è partita una nuova breve stagione di nomine europee. Durerà poco, soltanto fino al 25 giugno, ma ogni paese ha nomi e interessi da promuovere, che in questo periodo di riorganizzazione post pandemia si amplificano. Come al solito ci sono cognomi che vanno e che vengono, i paesi sono schierati tra nord e sud, tutti guardinghi affinché nessuno abbia più spazio degli altri. Tra i nomi che spesso ritornano c’è quello di Nadia Calviño, ministro spagnolo dell’Economia, tra i tecnici del governo di Pedro Sánchez. Calviño è molto conosciuta tra le istituzioni europee, non soltanto perché il suo è tra quei nomi proposti e riproposti per cariche importanti, ma perché in Ue si è formata: prima di essere chiamata da Sánchez nel 2018, lavorava con Günther Oettinger, era direttore generale del dipartimento del Bilancio della Commissione europea. Quando il premier socialista la volle a Madrid fu per dare un segnale a Bruxelles, la Calviño come garanzia, quasi un “ministro della Stabilità”. Quando, dopo dopo la nomina di Christine Lagarde alla Bce, il nome del ministro dell’Economia aveva iniziato a circolare tra i corridoi di Bruxelles e di Washington come capo dell’Fmi, la Spagna era stata contenta di avere un nome da spendere per una delle maggiori organizzazioni internazionali. Ma poi il governo fece un passo indietro: Sánchez non voleva rinunciare al suo ministro della Stabilità.

 

Con le dimissioni di Centeno arrivano nuove possibilità per l’economista e per il governo di Madrid. Una candidatura alla presidenza dell’Eurogruppo non priverebbe la Spagna del suo ministro e la Calviño ha tutte le carte per poter diventare il successore del portoghese. Successore esecutivo e successore morale. E’ di un paese del sud e socialista. Che dopo Centeno la carica venga affidata a un altro rappresentante della stessa area geografica è visto come un fatto di continuità e lo stesso vale per l’area politica. Restano le incertezze dei paesi nordici, ma il suo passato come collaboratrice di Oettinger è quasi una promessa e Olaf Scholz, quindi la Germania, è dalla sua parte. Qualcuno ha nostalgia dei tempi di Dijsselbloem, dei presidenti meno mediatori e più decisivi, Centeno era l’opposto e così lo sarebbe Calviño, l’erede morale.

  

Nadia Calviño – che agli inizi della sua carriera europea veniva descritta come impulsiva e solita alle scenate, una volta le tolsero il diritto ad avere un’auto e andò su tutte le furie, ma era molto più giovane e molto meno esperta – ha detto che sarà Sánchez a decidere se candidarla o meno. Il premier ha già fatto sapere che sarebbe un onore avere lei all’Eurogruppo, e ovviamente un grande vantaggio: sono tempi particolari per l’Ue e anche per la Spagna, tra i più colpiti dalla pandemia. Nell’opposizione però c’è chi ritiene che in questo modo il ministro dell’Economia avrebbe troppo potere, è anche vicepremier oltre ad avere il portafoglio della Trasformazione digitale. Ma l’opportunità è grande e l’opposizione spagnola, oltre alle critiche, non dovrebbe intralciare la candidatura.

  

Quando Pedro Sánchez propose Josep Borrell come Alto commissario per la politica estera e la sicurezza dell’Ue, c’era la sensazione che il premier volesse un po’ liberarsi di quel suo ministro degli Esteri, vecchio socialista e anche ingombrante, e che mandarlo a Bruxelles fosse per tirare un sospiro di sollievo. Con la Calviño è il contrario, Sánchez conta molto su di lei e sulla sua possibilità di far fare una bella figura a Madrid davanti alle istituzioni Ue e l’Eurogruppo è un giusto compromesso per averla a Bruxelles senza rinunciare al suo ministro della Stabilità. Non tutti gli europei sono contenti di avere tanta Spagna tra le alte cariche, ma Nadia Calviño, l’ex ragazza impulsiva oggi abile mediatrice, piace a molti. Deve ottenere il consenso di dieci membri su diciannove e il quotidiano El Mundo, che ha già fatto i conti, dice che è sulla buona strada.

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