Quanto sta costando alle imprese italiane la pandemia dei mercati

Mariarosaria Marchesano

A un mese dai primi casi nel nostro paese abbiamo analizzato l'impatto dell'emergenza coronavirus sui titoli di alcune delle aziende più rappresentative di Piazza Affari. I ribassi arrivano al 50 per cento. Ma il futuro potrebbe non essere così nero

Così siamo rinati in Cina. Un saluto su Instagram

Dagli uffici di Shangai di Brunelli Cucinelli un gruppo di dipendenti sorride dietro le mascherine e manda un messaggio all’Italia: “L’inverno non dura per sempre, la primavera non salta il turno. Insieme ce la faremo”. Il video che la società ha voluto condividere su Instagram è di incoraggiamento e l’imprenditore umbro lo ha commentato così: “Se pensiamo che solo venti giorni fa vedevamo un paese completamente paralizzato e ora, proprio da lì, ci arriva un segnale di ripresa, possiamo tranquillamente augurarci che anche noi tra 20 giorni ricominceremo a vivere». L’azienda, infatti, ha riaperto la sua rete di negozi monomarca in Cina, dopo un mese di chiusura. In una recente intervista Cucinelli ha anche commentato che il traffico nei negozi a Shanghai è tornato ai livelli normali per l'80 per cento. Secondo un’analisi di Banca Imi, questo rappresenta una notizia positiva in quanto suggerisce che le vendite al dettaglio in Cina sta gradualmente migliorando, anche se non è ancora tornato ai livelli pre crisi. Cucinelli è, tra l’altro, una delle società della moda quotata a Piazza Affari meno esposta alla Cina che rappresenta solo il 10 per cento dei suoi ricavi.

Stabilimenti europei chiusi e voci di slittamento delle nozze con Psa

La fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot si farà, ma l’attuale emergenza sanitaria potrebbe richiedere più tempo del previsto, anche a causa del fatto che le assemblee degli azionisti previste per approvare l’accordo potrebbero subire degli slittamenti. E’ quanto emerge da alcune anticipazioni del Sole 24 Ore in cui si sottolinea anche come la forte correzione che hanno avuto in borsa sia Fca sia il gruppo automobilistico francese potrebbe vedere interessati all’operazione anche altri player internazionali, cambiando di fatto l’attuale configurazione. Si vedrà. Intanto, Fca ha bloccato la maggior parte degli stabilimenti produttivi in Europa, compresi quelli dove si costruiscono le Maserati, ma tenendo a precisare che la sospensione viene attuata in modo tale da consentire a Fca di riavviare la produzione tempestivamente quando le condizioni di mercato lo consentiranno. Gli stabilimenti di Melfi, Pomigliano, Cassino, Mirafiori, Grugliasco, Modena, Kragujevac (Serbia) e Tychy in Polonia resteranno così chiusi fino al 27 marzo. Decisione analoga è stata presa dai francesi di Peugeot e Renault e da Daimler e Volkswagen. Lo stop alla produzione è favorito anche dal vistoso calo del mercato automobilistico. Acea ha annunciato che le immatricolazioni europee sono calate del 7 per cento a febbraio in linea con gennaio. Tra le discese più vistose Italia e Germania, rispettivamente del 9 e dell’11 per cento.

A fine marzo arrivano i nuovi test per diagnosticare il virus in 1 ora

Ha la forma di un porta-cd la nuova macchina portatile per diagnosticare il Coronavirus ideata da DiaSorin, la multinazionale delle biotecnologie italiana guidata da Carlo Rosa. DiaSorin (quartier generale a Saluggia, in provincia di Vercelli) ha annunciato nei giorni scorsi di aver completato presso l'Ospedale Spallanzani di Roma ed il Policlinico San Matteo di Pavia, gli studi necessari per ottenere l’approvazione di un innovativo esame molecolare per l’identificazione rapida del nuovo virus. Il test – nato presso i laboratori di Gerenzano (Varese) da un team di ricercatori italiani - consente di ottenere risultati in 60 minuti rispetto alle cinque-sette ore attualmente necessarie con altre metodologie e, oltretutto, il tampone da utilizzare è molto più piccolo e meno invasivo per il paziente. Il test, che sarà commercializzato con marchio europeo e sarà distribuito  in Italia entro la fine di marzo, potrebbe aiutare gli ospedali a decentralizzare le diagnosi e a migliorare l'attuale processo di ricovero dei pazienti potenzialmente contagiosi. Pochi giorni dopo questo annuncio la divisione americana DiaSorin Molecular  si è vista approvare un finanziamento dalla Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda), ente federale del Dipartimento americano per la salute (cui compete il monitoraggio e l’identificazione di soluzioni mediche e diagnostiche per fronteggiare potenziali emergenze sanitarie) con l’obiettivo di sviluppare il test molecolare. Questa doppia autorizzazione permette alla società di porsi ai vertici dell’industria diagnostica mondiale. Diasorin ha appena approvato i risultati del 2019 con fatturato e utili in crescita e la proposta di un dividendo ai soci di 0,95 euro per azione.

La “Rossa” di Maranello si prende una sosta

Anche la“Rossa” si prende una sosta. Ferrari ha deciso di sospendere la produzione a Maranello e Modena con effetto immediato e fino al 27 marzo. La decisione è stata presa come misura preventiva e anche perché la società sta vivendo i primi gravi problemi della catena di approvvigionamento, che non consentono più la produzione continua. Sebbene il portafoglio degli ordini Ferrari copra già l'intero 2020, secondo un’analisi di Mediobanca, il vincolo della catena di approvvigionamento potrebbe rappresentare un problema. Continueranno, invece, regolarmente (grazie allo smartworking) le attività aziendali non legate direttamente alla produzione. Venerdì scorso, il ceo, Louis Camilleri, ha sottolineato che fino a quel momento sono stati proprio dipendenti e fornitori a garantire la continuità aziendale di Ferrari ma che per tutelare la sicurezza di tutti è stata presa la decisione di fermare la fabbricazione. “Ci faremo trovare pronti per una grande ripartenza”, ha detto Camilleri.

Cantieri chiusi e timori per il calo del traffico crocieristico

“Viaggiate con la fantasia”, ha twittato Carlo Terzano, il direttore generale di Costa Crociere, per accompagnare la decisione della compagnia di fermare le sue navi per la prima volta in 70 anni di storia. E’ stato, probabilmente, il segnale che i produttori di imbarcazioni attendevano per decidere cosa fare con i cantieri aperti considerato che si prevede un calo del traffico crocieristico e un conseguente rallentamento delle commesse. Il gruppo Fincantieri ha annunciato la sospensione delle attività produttive in tutte le sue sedi italiane dal 16 al 29 marzo, ma ha deciso di utilizzare un anticipo di ferie di due settimane suscitando la protesta dei sindacati considerato che il governo ha invitato le aziende a considerare il periodo di astensione forzata dal lavoro come malattia. Intanto, negli otto cantieri da lunedì è al lavoro solo personale addetto alla sicurezza industriale e alla manutenzione impianti e a Monfalcone (dove ogni giorno lavorano 6/7mila persone) sono presenti circa cento dipendenti. L’attesa del mercato, comunque, è per il 24 marzo quando saranno pubblicati i conti del 2029 e le linee guida per il 2020. Oltre all’impatto della pandemia da coronavirus, gli analisti temono quello di Vard, la compagnia norvegese dal 2013 sotto il controllo di Fincantieri e che ha richiesto ingenti risorse per essere ricapitalizzata. Intanto, l’antitrust europeo ha deciso di prendere tempo per decidere sulla fusione tra Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique per comprendere meglio l’impatto di Covid 19  sull’industria delle navi da crociera.

Fermi gli impianti delle zone più colpite al mondo dalla pandemia

Il produttore di freni e componenti per veicoli a motore, Brembo, controllato dalla famiglia Bombassei, ha annunciato la sospensione delle attività produttive dal 16 al 22 marzo in tutti gli impianti italiani (Stezzano, Curno, Mapello e Sellero) che si trovano tra le zone di Bergamo e Brescia, tra le più colpite dal mondo dalla pandemia Covid-19. Una decisione assunta per “garantire la sicurezza dei propri dipendenti e per l’oggettiva impossibilità di operare con continuità”. Gli impianti italiani rappresentano il 15-20 per cento della capacità produttiva globale sia di dischi che di pinze. Secondo un’analisi di Equita, per alcune di queste produzioni è possibile il trasferimento della produzione negli altri impianti europei (Repubblica Ceca e Polonia) se l’emergenza non colpisce con la stessa gravità anche questi paesi. “La sospensione di una sola settimana riteniamo sia recuperabile senza problemi ma non escludiamo che i tempi possano allungarsi”, dice Equita. Giusto un anno fa Brembo – che ha approvato i conti 2019 ma evitato di dare le linee guida per il 2020 - ha inaugurato il quarto stabilimento produttivo in Cina, paese dov’è presente da più di 20 anni. Si tratta di un polo produttivo - costruito su un’area di 40 mila metri quadrati a Nanchino nella provincia di Jiangsu - al cui interno sono state integrate tutte le fasi produttive della catena del valore, dall’arrivo delle materie prime alla spedizione di prodotti.

Fondo da 100 milioni per ventilatori e attrezzature mediche

“L’Europa deve rimanere unita e il mondo cooperare di più. Il governo italiano è stato il primo a prendere decisioni giuste e coraggiose per contenere il contagio ed evitare la diffusione del virus”: sono le parole con cui l’amministratore delegato del gruppo Generali, Philippe Donnet, ha annunciato venerdì scorso un fondo straordinario di 100 milioni di euro per combattere l’emergenza sanitaria, che come ha poi confermato il presidente Gabriele Galateri in un’intervista al Corriere della Sera “è prioritariamente rivolto all’Italia ma ha copertura internazionale”. Grazie a una corsia velocissima concordata direttamente col governo, all’interno della compagnia si è attivata una task force per reperire ventilatori polmonari e attrezzature mediche di cui saranno riforniti gli ospedali in emergenza. Una reazione tempestiva che Generali ha potuto mettere in atto grazie al fatto che il gruppo sin dal primo momento è stato informato dai suoi presidi in Cina dello scenario che si stava delineando. Sempre venerdì il Leone ha approvato i conti dell’esercizio 2019 – in miglioramento – e spiegato alla comunità finanziaria che l’impatto del coronavirus sul business è molto contenuto – grazie anche all’utilizzo tempestivo e molto esteso dello smart working - tant’è che sono stati confermati gli obiettivi del piano al 2021. In più i vertici del Leone sono convinti che, con il tracollo dei mercati in corso, forte anche di una potenza di fuoco di circa 3 miliardi di euro di liquidità, si possono creare buone occasioni per acquisizioni.

Crollano le compagnie aeree ma non chi gestisce il traffico

Nonostante il netto ridimensionamento dei voli durante il periodo dell’emergenza sanitaria, l’impatto del coronavirus sull’Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile, sarà molto limitato. Lo aveva anticipato una decina di giorni fa l’amministratore delegato, Francesca Neri, e lo confermano le previsioni degli analisti alla vigilia dei conti 2019 (che saranno comunicati domani). Le ricerche di Banca e Imi e Mediobanca spiegano perché. In pratica, Enav beneficia del meccanismo di protezione del traffico che consente alla società a controllo pubblico di condividere il rischio con provider e utenti dello spazio aereo. Quindi, avrà sul suo bilancio un impatto minore rispetto alle compagnie aeree, agli aeroporti e ad altri operatori di trasporto. In più i dati sul traffico aereo in rotta nel febbraio 2020 sono stati più elevati del previsto, a conferma del trend positivo e in crescita registrato nel gennaio 2020 e nell'anno scorso. Tuttavia, si stima che l'impatto del contagio Covid-19 influirà materialmente sul traffico aereo a partire da marzo 2020. Nel caso di una potenziale riduzione del 10 per cento o più quest’anno, rispetto alle previsioni, Enav dovrebbe mostrare “dati resilienti”, vale a dire una riduzione di circa 10 milioni di euro sulla redditività netta del 2020. Questo vuol dire anche che il titolo potrebbe essere stato eccessivamente penalizzato dal recente crollo dei mercati.

Lo shopping in Borsa di Marcegaglia e Speroni

Pandemia e ribasso del prezzo del petrolio stanno tenendo particolarmente sotto pressione le azioni di Eni, le cui raffinerie italiane stanno lavorando normalmente ad esclusione di due impianti che hanno parzialmente ridotto i volumi per lavori di manutenzione. Così la presidente del gruppo, Emma Marcegaglia, ha voluto dare un segnale di fiducia acquistando, a titolo personale, e a più riprese, pacchetti di titoli del Cane a sei zampe, che ai valori attuali presenta un rapporto vantaggioso tra dividendo e prezzo. La scorsa settimana ha investito 40 mila euro e qualche giorno fa oltre 90 mila come risulta dalle comunicazioni di Borsa. Ma l’ex presidente di Confindustria non è stata l’unica perché anche il direttore degli affari legali di Eni, Giovanni Speroni, ha seguito l’esempio, con un investimento di circa 40 mila euro. Le recenti tensioni tra l’Opec e la Russia hanno portato ieri mattina le quotazioni del greggio sotto i 26 dollari, il che rappresenta il livello minimo da 17 anni ed è pari a molto meno della metà del prezzo dello scorso gennaio. Secondo un’analisi di Goldman Sachs, la Russia ha tutti gli strumenti necessari per affrontare la 'guerra dei prezzi' del petrolio lanciata  dall’Arabia Saudita che si è detta pronta a incrementare la  produzione, anche se questo porterà - come sta succedendo - a un  crollo delle quotazioni. I prezzi del petrolio dovrebbero così restare ben al di sotto i 30 dollari al barile per i prossimi due trimestri per recuperare qualcosa solo verso la fine del 2020.

Prestiti per salvaguardare il made in Italy e la tenuta delle filiere

Dal mondo bancario stanno partendo varie donazioni e iniziative di solidarietà, oltre alla sospensione dei prestiti ad aziende e famiglie colpite dall’emergenza coronavirus prevista dal decreto del 24 febbraio. Il gruppo Intesa Sanpaolo si è posto anche il problema di come salvaguardare il valore del made in Italy, la tenuta delle filiere e la forza dell’export in modo che sia  possibile far ripartire prima possibile il sistema produttivo quando l’emergenza sarà finita. Così – in linea con l’indirizzo emerso dall’ultimo pacchetto di misure approvato dalla Bce, volto soprattutto ad allentare la tensione sulle banche in modo che possano avere più risorse per sostenere l’economia reale in questa fase di emergenza – Intesa ha stanziato 15 miliardi di euro (pari quasi a un punto di pil) destinati a finanziarie le piccole e medie imprese di tutto il paese attraverso la sua rete territoriale. Uno sforzo reso possibile dalle dimensioni e dalla solidità che consentono alla banca guidata da Carlo Messina non solo di reggere l’impatto della pandemia ma anche di portare avanti il suo piano di aggregazione con Ubi Banca nonostante il forte calo dei valori di mercato dei due titoli. Il 7 marzo, infatti, Intesa ha regolarmente presentato in Consob il prospetto dell’offerta pubblica di scambio avanzata nei confronti della banca bergamasca, che va avanti nonostante l’opposizione dei soci storici, che risale, però, ai giorni precedenti allo scoppio dell’emergenza. Intanto, il livello delle sofferenze nel sistema bancario è tornato ai livelli del 2010 – emerge dall’ultimo bollettino Abi – e questo rappresenta la condizione ideale per evitare un credit crunch a causa dell’incremento dello spread, soprattutto considerando che le misure approvate dal governo non causeranno nuovi crediti deteriorati ma potranno essere classificati in bonis.

Si sta più a casa: boom di traffico fisso e internet

Con l’impennata delle connessioni a internet e del traffico da rete fissa, il settore delle telecomunicazioni è tra i meno colpiti dal coronavirs. Semmai, si potrebbe porre un problema di tenuta delle infrastrutture di rete, dovuta all’incremento esponenziale dello smartworking, ma per ora il sistema tiene facendo emergere il valore e la strategicità del network. Dall’Agcom si attendono misure per facilitare i requisiti normativi necessari per costruire nuove infrastrutture tlc e migliorare la qualità del servizio in un momento di forte aumento del traffico: i volumi di rete fissa sono quasi raddoppiati e il mobile è aumentato del 25 per cento nelle ultime settimane. “C’è spazio per un ulteriore incremento di traffico”, ha detto l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi in occasione della presentazione agli analisti del piano strategico 2020-2022. Anche Wind e Fastweb hanno dichiarato di aver registrato un aumento del traffico soprattutto nelle ore serali, senza osservare particolari criticità nella tenuta delle reti, anche se non è escluso che possano verificarsi disservizi con il personale tecnico impegnato sulle emergenze e sulla clientela “business” per evitare blocchi delle attività lavorative.

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