Ma il coronavirus non è la fine della fiera
Rassegne bloccate e rinviate per l’emergenza virus: uno tsunami commerciale per l’Italia, quarta al mondo nel settore. La storia però mette in guardia da tentazioni apocalittiche
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Il solstizio d’estate, la scommessa è tutta qui. Il caldo caccerà il corona virus come la pioggia spazzò via la peste di Milano. E anche le fiere riapriranno i battenti. Intanto il rinvio avrà già provocato uno sconquasso. Il danno economico è ingente, con un rompicapo organizzativo che coinvolge tutti i settori in gran parte d’Europa. Dal design (il Salone del Mobile a Milano spostato a giugno, dal 16 al 21) all’illuminazione (il Light+Building si terrà il 27 settembre a Francoforte), dall’arte (Art Basel), alla cosmetica (Cosmoprof previsto l’11 giugno), dall’occhialeria (Mido rimandata a luglio), all’automotive (il Salone dell’auto di Ginevra si terrà dopo il 15 marzo) fino all’agroalimentare: di ieri l’ultimo, pesante rinvio, quello del Vinitaly, che non si terrà più dal 19 al 22 aprile, come da calendario, ma dal 14 al 17 giugno. Per l’Italia è un vero tsunami commerciale: ogni anno si tengono oltre 900 manifestazioni con circa 200 mila espositori e 20 milioni di visitatori, un volume d’affari per 60 miliardi di euro che genera il 50 per cento dell’export per le imprese che vi partecipano. Non solo, “la ricaduta sul territorio ha un valore 10-15 volte superiore al fatturato delle fiere stesse”, spiega Francesca Golfetto, docente dell’Università Bocconi di Milano ed esperta del settore. Le fiere italiane, dice Ettore Riello, presidente di Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) per l’88 per cento delle piccole e medie imprese italiane rappresenta il principale canale di promozione internazionale. La Germania, primo paese fieristico d’Europa, ha bloccato tutte le principali manifestazioni in agenda per il prossimo mese di marzo. La società Messe Düsseldorf ha congelato iniziative già in calendario come “Wire”, “Tube”, “Beauty”, “Top Hair and Energy Storage Europe”, ProWein, la più grande fiera del vino. Anche la Itb di Berlino, la maggiore piazza d’affari per l’industria del turismo con oltre 180 mila visitatori tra cui 108 mila operatori e 10 mila espositori da 180 paesi, inizialmente prevista da mercoledì 4 a domenica 8 marzo è stata sospesa.
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