I militari bloccano l'accesso alla zona rossa di Vo’ Euganeo, focolaio veneto del coronavirus (foto LaPresse)

Il Veneto fa la conta dei danni economici del coronavirus

Un sondaggio di Confartigianato lancia l'allarme. Il presidente Bonomo: “Serve una linea d’azione che tuteli l’immagine dell’Italia

Secondo gli ultimi dati ufficiali i contagiati da coronavirus in Veneto sono 273, terza regione dopo Lombardia ed Emilia Romagna per numero totale di persone colpite. L'impressione è che il numero crescerà anche nelle prossime ore, ma a preoccupare adesso, oltre alla diffusione della malattia, è soprattutto la condizione del sistema economico di un territorio che produce circa il 10% del pil nazionale.

  

Oggi si è riunito il tavolo regionale di crisi convocato dall'assessore alle Attività Produttive, Roberto Marcato, e il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Agostino Bonomo, ha presentato i risultati di un sondaggio on line svolto il 26 e il 27 febbraio a cui hanno risposto 2.454 imprese operanti su tutti i settori artigiani. E la situazione, già oggi, è più che allarmante.

  

Due, al momento, gli aspetti più preoccupanti: secondo la stima di Confartigianato oltre 35.000 delle 123 mila imprese artigiane operanti in Veneto hanno dichiarato un calo delle vendite, mentre 25.000 la cancellazione degli ordini.

 

La cancellazione degli incontri di business ha colpito il 26,2% delle imprese, percentuale simile a quelle che sono state penalizzate dalla cancellazione o dal rinvio di fiere, eventi e altre iniziative d’affari (26%).

  

Il 13% delle imprese di tutti i settori, prosegue il sondaggio, segnala la mancata consegna di merce ai clienti, e l’11,7% la mancata fornitura di materie prime. Un elemento che ovviamente compromette l’attività. Dai dati ricavati da Confartigianato il 13% delle imprese ha riportato un incremento dei costi di gestione legati all’implementazione delle misure di sicurezza legate all'emergenza.

 

A questi elementi critici vanno poi aggiunte le difficoltà di gestione delle trasferte del personale (che ha colpito il 14,5% delle imprese) e le assenze dei dipendenti (6,3%).

  

Ovviamente l’impatto della crisi non è comunque uniforme tra i vari settori. A risentire maggiormente del calo delle vendite, sono il settore del benessere (44,3%), dei traporti (50%), della moda (47,2%), dall’alimentare (57%). La cancellazione degli incontri d’affari pesa di più sulla moda (34%) e sui trasporti (33,9%).

  

“Abbiamo fatto la richiesta chiara e forte di una strategia di comunicazione e d’immagine per il 'prodotto Italia'. Non possiamo infatti permetterci - ha spiegato Bonomo -, di ragionare su scala locale, con il rischio di azioni scoordinate, che alimentano la percezione di provincialismo all’interno del paese. Serve una linea d’azione che tuteli l’immagine dell’Italia. Considerato il protrarsi delle misure restrittive di cautela 'sanitaria' e visto l’allargamento ad altre regioni vicine, tutte profondamente coinvolte nell’export, dobbiamo organizzarci per far fronte ad una situazione di criticità economica che proseguirà per mesi”.

 

“Siamo pronti a dare il nostro apporto per individuare anche forme innovative di sostegno alle imprese - ha proseguito -, aiutando quelle che soffrono di sotto finanziamento a superare il periodo più delicato di mancanza di liquidità che potrebbe prolungarsi ben oltre le prossime settimane”. Secondo Confartigianato Veneto, in questa situazione anche il ritardo di realizzazione della banda larga diventa quanto mai inaccettabile e il rallentamento dell’economia dovrà essere sostenuto da un piano straordinario di rilancio che non escluda, oltre ai settori coinvolti dall’export, ai trasporti, turismo e servizi alle persone, anche le manutenzioni e gli interventi ad esempio sull’edilizia pubblica, scolastica in primis.

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