Carlo Bonomi intervistato da Giuseppe De Filippi alla Festa del Foglio

"La sostenibilità ambientale non basta, prima serve quella economica", dice Bonomi

Il presidente di Assolombarda attacca la plastic tax: "Serve solo per aumentare gettito fiscale". E rilancia: "In questo paese nessuno parla più di produttività"

“Questo paese vuole ancora produrre acciaio? Questa è la vera domanda. Il tema non è se Mittal fa il furbo. Qui si tratta di vedere cosa sta succedendo nel mondo”. Dalla Festa del Foglio di Firenze Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, lancia un appello al governo sul caso Ilva: guardare ai fatti, fare riferimento unicamente alla competenza, dialogare. Da qui passa la soluzione alle tante crisi industriali che vive l'Italia.

  

Sullo scudo penale che ha portato al ritiro di ArcelorMittal dallo stabilimento di Taranto, Bonomi è diretto: "Il governo ha creato il problema e adesso lo deve risolvere. Qui tutti parlano senza ricordare: siamo noi che abbiamo pagato 15 mila miliardi di lire per l'acciaio di stato, che non funzionava. Poi è stato privatizzato e dato i Riva. Lo hanno gestito e hanno sbagliato. Poi è intervenuta la magistratura ed è stato commissariato. Infine è arrivata Mittal, dopo una gara. E guardate che Mittal stava facendo investimenti sui parchi minerari. La questione dello scudo penale risale al periodo dei commissari che non firmavano più le carte perché avevano paura". Intanto il passo indietro di Mittal si sta facendo sentire anche al nord. "Ci sono un centinaio di imprese che lavorano nei nostri territori e che ne stanno risentendo".

 

Ma Taranto non è solo acciaio. C'è anche la questione ambientale e il paese, sulla spinta delle manifestazioni ecologiste, appare quasi totalmente assorbito dal dibattito sulla sostenibilità. Per Bonomi si tratta di un modo per chiudere un occhio su altri aspetti essenziali: "Sono molto deluso perché il dibattito pubblico si è concentrato solo su questo, ma ci si dimentica di altre sostenibilità essenziali: quella economica e quella sociale. Sul diesel eravamo all'avanguardia, abbiamo fatto un suicidio collettivo pensando che l'elettrico avrebbe risolto tutto, ma ci siamo sbagliati. Oggi ci ritroviamo con i cinesi che investono sul driverless, mentre noi discutiamo di Tav. E' una competizione che abbiamo perso ma che era importantissima. Voi sentite qualcuno che parla di questo? Io ho un referente nel governo per parlare di questo?". Il dibattito sulla tassazione delle produzioni considerate poco eco sostenibili è paradigmatico: "La plastic tax? E' finalizzata solo al gettito. Servivano risorse finanziarie e si sono inventati questa micro tassa. Che poi, se dal 2021 si prevede di riscuotere un miliardo e seicento milioni di euro su base annua, non è proprio una micro tassa. Se vogliono solo aumentare il gettito fiscale ce lo dicano. Ci aumentino di un punto l'Ires", rilancia Bonomi. 

 

Intanto le crisi industriali aumentano. Oltre l'Ilva c'è Alitalia: "Altro capolavoro: dopo 7 anni di travaglio stiamo qui a cercare il partner, ma ancora non sappiamo che obiettivi ha il governo", commenta il presidente di Assolombarda. Ma il vero allarme lanciato da Bonomi è sul sentimento anti imprenditoriale in Italia: "E' un fenomeno in ascesa", dice, con risvolti paradossali:"Se tutti ci chiedono di andare a investire nel  loro paese, perché il mio paese non lo capisce? Sono nato qui, vivo qui, investo qui, vorrei essere amato come io amo il mio paese". Essere imprenditori in Italia oggi è sempre più difficile: "Dobbiamo guardare a chi investe sul capitale umano, certo. Poi però dobbiamo dire che in questo paese nessuno parla più di produttività. Fatto 100 la produttività nel 2000, oggi in Italia è a 101. In Germania sono molto più avanti: vuol dire che abbiamo perso competitività in modo importante". "Dire No Tav No Tap non basta. E intanto nelle classifiche della World Bank il Botswana è davanti a noi. Dico, il Botswana". 

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