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L'handicap cinese

Redazione

Dietro al rinvio dell’Ipo di Ferretti c’era la presenza del socio Weichai. Un caso

Avere un socio cinese può diventare un rischio di cui tenere conto? E’ possibile. Le aziende italiane costruttrici di yacht navigano in acque difficili. Il quotidiano francese Echoes ha approfondito i motivi che hanno portato il Gruppo Ferretti a rimandare la quotazione in Borsa dello storico produttore di imbarcazioni di lusso, detenuto all’86 per cento dai cinesi di Weichai Holding Group. “Si sono manifestati pochi investitori americani, e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina non ha aiutato l’introduzione in Borsa di un’azienda il cui principale azionista è cinese”, ha dichiarato Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti. Un particolare che cambia non poco i motivi sottostanti al ritiro della Ipo a metà ottobre. Per gli osservatori il motivo stava in un prezzo troppo alto chiesto al mercato. Per Ferretti invece era consigliabile rimandare per dare la possibilità al mercato di comprendere, con il tempo, che la società può valere anche un miliardo di euro. D’altronde, come scrive il quotidiano francese, il settore italiano della costruzione di yacht è sopravvissuto alla crisi scoppiata nel 2007, nonostante il crollo delle vendite da 2,5 miliardi di euro registrato nel 2012. E Ferretti ha recuperato. Dopodiché si è aggiunto il fattore cinese. Weichai ha salvato Ferretti ma proprio a causa della sua presenza l’azienda ha avuto uno scarso successo oltreoceano. Gli azionisti cinesi, in fondo, sono organici alla compagnia e possono teoricamente godere di un vantaggio in termini di informazioni disponibili, una asimmetria informativa, che per altri azionisti è un handicap indigesto, soprattutto se sono americani. Certo è che avere come compagno di viaggio un azionista cinese, benché danaroso, può rappresentare un tema controverso se, come ovviamente accade, a completare l’azionariato ci sono soci americani impegnati che potrebbero usare la loro posizione per colpire il nemico asiatico, magari liquidando le loro posizioni alla prima (e migliore) occasione.

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