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Istat ed Eurostat confermano: l'economia italiana è stazionaria

Samuele Maccolini

La debolezza dei ritmi produttivi si riflette sul mercato del lavoro. Mentre a luglio calano le vendite al dettaglio

L'economia italiana è stazionaria. Nella nota mensile sull'andamento dell'economia l'Istat conferma il proseguo della fase di stagnazione che accompagna il paese dal secondo trimestre del 2018. Secondo i dati elaborati dall'Istituto di statistica il pil si è mantenuto sugli stessi livelli dei tre mesi precedenti – lo conferma oggi anche Eurostat. Nello stesso periodo diminuiscono le scorte (-3 per cento), ma si registra un contributo positivo della domanda interna (+0,3), mentre i consumi finali hanno fornito un apporto nullo. Tra aprile e giugno gli investimenti hanno subito un'accelerazione rispetto ai due trimestri precedenti grazie a un forte aumento della componente impianti, macchinari e armamenti (+5,3 per cento) e dei mezzi di trasporto (+5,8 per cento). Diminuiscono invece gli investimenti in costruzioni.

 

Nel secondo trimestre il valore aggiunto dell'industria segna un calo del -0,4 per cento, dopo che il trimestre precedente aveva registrato un aumento (+0,5 per cento). Crescono le esportazioni, con un incremento congiunturale dell'1,2 per cento a differenza delle importazioni, che si sono ridotte del 2,1 per cento. A trainare la vendita all'estero sono i mercati extra Ue (+3,9 per cento), mentre si registra una flessione dei flussi diretti verso l'Europa (-1 per cento). La crescita riguarda soprattutto i beni di consumo non durevoli e quelli strumentali.

 

I consumi restano stazionari, mentre calano le ore lavorative

 

Parallelamente ai risultati negativi registrati dalle imprese, restano stazionari i consumi finali nazionali dopo la, seppur limitata, crescita dei trimestri precedenti. Alla stagnazione dei consumi delle famiglie ha contribuito la riduzione della spesa per i beni semi durevoli (-2,7 per cento tra aprile e giugno) e durevoli (-0,8 negli ultimi due trimestri).

 

La debolezza dei ritmi produttivi si è riflessa anche sul mercato del lavoro: si interrompe la crescita dei posti di lavoro e diminuiscono lievemente le ore lavorative (-0,1 per cento). I dati di luglio hanno confermato il trend negativo registrato nell'ultimo trimestre, con la flessione del numero di occupati (-0,1 per cento) e il rialzo del tasso di disoccupazione, ora a quota 9,9 per cento. Più positive le statistiche pubblicate oggi da Eurostat. Secondo l'istituto statistico dell'Ue, nel secondo trimestre il tasso di occupazione in Italia è cresciuto dello 0,5 per cento, quota superiore a quella registrata dalla media degli stati dell'Unione (+0,3 per cento).

 

Diminuiscono le vendite al dettaglio

 

Coerenti con l'andamento generale dell'economia anche i dati sul commercio al dettaglio rispetto al mese di luglio. Si stima, per le vendite al dettaglio, una diminuzione congiunturale dello 0,5 per cento in valore e dello 0,7 per cento in volume. Le vendite dei beni alimentari (-0,7 in valore e in volume) calano più di quelle dei beni alimentari (-0,1 per cento in valore e -0,5 per cento in volume). Se però allarghiamo la finestra temporale, le rilevazioni sono più ottimiste. Nel trimestre maggio-luglio le vendite al dettaglio aumentano dello 0,5 per cento sia in dettaglio che in volume rispetto al trimestre precedente. Aumentano sia le vendite dei beni alimentari che non alimentari. Molto positivi anche i dati su base annua: in dodici mesi le vendite al dettaglio aumentano del 2,6 per cento in valore e del 2,8 per cento in volume. Le vendite dei beni alimentari registrano un +3,2 per cento in valore e un +2,4 per cento in volume, e cresce anche anche il commercio di beni non alimentari (+2,1 per cento in valore e +3,1 per cento in volume).

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