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Atlantia chiede tempo 

Perché Alitalia non sarà salvata oggi

Maria Carla Sicilia

Le quattro manifestazioni di interesse presentate per partecipare alla cordata aprono una nuova fase: definire un piano industriale e un management condiviso tra tutti i soci

La scadenza è fissata per oggi, ma il giorno in cui le carte sul futuro di Alitalia saranno scoperte potrebbe essere rimandato ancora una volta. Alle 18 di ieri, termine stabilito per manifestare il proprio interesse a partecipare al rilancio della compagnia con una quota del 35 per cento, si sono fatti avanti il gruppo Toto, l'imprenditore Claudio Lotito, il boliviano Gèrman Efromovich e la società Atlantia. Quest'ultima, che sembra essere il soggetto industriale più accreditato nella competizione, ha in realtà chiesto altro tempo: nel caso in cui venisse scelto come partner della cordata formata da Ferrovie dello Stato (35 per cento), Tesoro (15 per cento) e Delta (15 per cento), servirebbe un altro passaggio in consiglio d'amministrazione per formalizzare l'impegno. Al centro della valutazione del gruppo della famiglia Benetton c'è il piano industriale su cui Fs e Delta hanno lavorato in questi mesi, che presenta alcuni aspetti direttamente collegati agli affari di Aeroporti di Roma, la società controllata da Atlantia che gestisce lo scalo di Fiumicino.

     

Il ministero dello Sviluppo economico aspetta che oggi Mediobanca, advisor di Ferrovie dello Stato, illustri le offerte ricevute (che in un primo momento sarebbero dovute essere vincolanti, mentre poi, proprio per lasciare spazio ad Atlantia, sono diventate semplici manifestazioni di interesse). Le proposte saranno valutate sotto il profilo industriale e finanziario oggi, durante il consiglio di amministrazione di Fs. Se a risultare preferibile sarà Atlantia, il nuovo consorzio dovrà rimettersi al lavoro per definire governance e piano industriale e preparare un'ulteriore offerta vincolante da sottoporre al Mise: questo significa scoprire le carte sul futuro della compagnia di bandiera tra agosto e settembre, senza dimenticare che l'ultimo prestito da 900 milioni concesso ad Alitalia è quasi agli sgoccioli. Dopo l'estate, potrebbe essere complicato per la compagnia continuare a garantire le ordinarie operazioni.  

        

C'è poi l'ipotesi che il 35 per cento di quota che resta – per un valore di circa 300-350 milioni – sia spartito tra due dei quattro soggetti interessati. La richiesta degli americani di Delta, che hanno fatto sapere di preferire partner industriali solidi, sembra comunque fare propendere su Atlantia e Toto piuttosto che sul patron della Lazio e sull'ex capo della compagnia aerea colombiana Avianca. E' per questo che, a differenza di quanto sostiene il vicepremier Luigi Di Maio, non ci sono molte possibilità di scelta. Né molto tempo per provare a dettare la linea, chiedendo altri sforzi a chi oggi ha dato la sua disponibilità a entrare nella cordata. 

    

   

Provando a tirare le somme, quello che si prospetta per il futuro di Alitalia, ancora abbastanza incerto, è un consorzio a trazione pubblica che concentra in sé i più grandi operatori nazionali impegnati sul fronte infrastrutturale: con Fs che, oltre al trasporto ferroviario, controlla le strade di competenza di Anas, e Atlantia, che oltre alla gestione delle autostrade, core business anche del gruppo Toto, è a capo dei due aeroporti di Roma. Sul piano industriale e occupazionale, ancora nessuna certezza. 

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