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Spread sopra quota 200. Mercati ottimisti sull'Italia ma non troppo

Mariarosaria Marchesano

Gli investitori apprezzano i progressi sui conti pubblici e il rientro nei parametri concordati con Bruxelles. Ma è passata l'idea che il governo gialloverde sia stato in realtà "graziato" dall'Unione europea

Milano. Dopo essere scivolato ieri sotto i 200 punti all'annuncio che l'Unione europea ha annullato la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, lo spread btp-bund è subito risalito stamattina sopra quella che si potrebbe considerare una nuova soglia psicologica per gli investitori. Questi, infatti, mostrano di apprezzare i progressi fatti dal governo gialloverde sui conti pubblici, ma pesa ancora un discreto rischio-paese, più lontano dalla Grecia ma superiore a Spagna a Portogallo. Il rendimento dei titoli decennali è all'1,65 per cento dopo essere sceso sotto 1,6 per cento ieri.

 

Piazza Affari continua a beneficiare dell'allentamento della tensione e gli indici sono in salita in avvio di seduta mostrando un ottimismo superiore agli altri listini europei (il Ftse Mib guadagna circa lo 0,5 per cento a metà mattina grazie soprattutto alla buona performance dei titoli bancari). La proposta di nomina di Christine Lagarde alla presidenza della Bce è stata interpretata in modo tutto sommato positivo dai mercati che vedono una prospettiva di continuità con la politica monetaria accomodante del suo predecessore, Mario Draghi, ma i tempi per nuove misure di stimolo da parte della banca centrale europea – compreso il paventato nuovo taglio dei tassi d'interesse – sembrano piuttosto vaghi. 

 

Gli osservatori più attenti fanno notare come il governo gialloverde sia stato in realtà "graziato" dall'Unione europea per il semplice fatto di aver varato un assestamento di bilancio che ha consentito un taglio di spesa pubblica per 7,5 miliardi di euro facendo così rientrare il deficit nei limiti concordati lo scorso dicembre in occasione della legge di bilancio 2019. Insomma, l'Italia messa alle corde da un'Europa, i cui equilibri politici intorno all'asse franco-tedesco sono ancora solidi, è rientrata nei ranghi, per ora. Sventato il rischio di una procedura d'infrazione sul bilancio dello stato del 2018, il confronto tra Roma a Bruxelles sui conti pubblici è rinviato a ottobre sulla manovra del 2020, che presenta ancora diversi punti interrogativi. Così gli investitori stanno dando sicuramente nuovo credito all'Italia, mostrando di cominciare a familiarizzare con le sue dinamiche politiche, ma allo stesso tempo hanno già messo in agenda i prossimi appuntamenti con le agenzie di rating (Fitch i primi di agosto, Moody's a settembre e Standard&Poor's a fine ottobre).