Foto LaPresse

In Europa l'Italia è in mutande

Redazione

La mossa politica è salvare l’Italia, non punirla. Doppio tafazzismo del governo

“Ci vogliono punire”, ripete all’unisono il governo del cambiamento. Lo dice Matteo Salvini, lo dice Giuseppe Conte. Oggi il capo dell’esecutivo lo ha ribadito a Bruxelles, al Consiglio europeo, dopo aver incontrato i vertici degli altri paesi. Ma è una balla frutto del solito vittimismo di Lega e Cinque stelle, che prima commettono mosse incaute e poi si lamentano delle conseguenze delle loro azioni. Nessuno, in Europa, vuole punire il governo italiano, che anzi ha fatto di tutto per cacciarsi nei guai, a partire dalla “letterina” di Conte in stile Totò e Peppino inviata ai paesi membri dell’Unione europea. Eppure l’Ue era stata molto chiara nel suo recente report, raccomandando l’apertura di una procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti del governo italiano. L’accusa è di non aver abbassato il debito pubblico nazionale, uno fra i più alti al mondo.

   

La raccomandazione arrivata pochi giorni fa non è peraltro la prima, visto che questo governo si era già fatto riconoscere nel 2018, ricevendo un primo avvertimento, poi ritirato dopo l’impegno a ridurre il rapporto deficit/pil dal 2,4 per cento al 2,04. Adesso rischiamo, di nuovo, una procedura d’infrazione. E la colpa di chi è? Della matrigna Unione europea o del governo italiano che aveva fatto previsioni troppo ottimistiche nell’autunno del 2018? D’altronde, la legge di Bilancio per il 2019 era stata costruita su una crescita economica dell’1 per cento, che invece si è rivelata assai più contenuta (ce la giochiamo con gli zero virgola, complimenti). Insomma, non c’è nessun fumus persecutionis. Ci sono dei fatti e ci sono delle conseguenze. La vera scelta politica oggi non sarebbe quella di punire l’Italia, ma sarebbe quella di non punirla. Ma per agevolare una scelta politica di questo tipo oltre ad avere i conti in ordine bisognerebbe avere anche le alleanze in ordine. In entrambi i casi, l’Italia è in mutande. E la colpa non è dell’Europa: è solo dell’Italia.