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Più Antani che numeri

Redazione

La lettera di Conte a Bruxelles sembra scritta sotto dettatura di John Belushi

Nella lettera inviata ai vertici dell’Unione europea e ai 27 capi di stato dei paesi membri, che domani incontrerà al Consiglio europeo, Giuseppe Conte doveva esporre le misure che l’Italia intende attuare per evitare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. E invece, a causa delle divergenze all’interno del governo, di numeri praticamente non c’è traccia. Il presidente del Consiglio ripresenta i dati su deficit e debito che già sono stati bocciati dalla Commissione europea e dagli stati membri. In compenso ci sono molte parole attraverso cui il premier cerca di spiegare la necessità di consentire all’Italia di fare più disavanzo del dovuto.

     

Conte la prende alla larga, parte dai “primi decenni successivi alla Seconda guerra mondiale”, dalle origini del progetto europeo, per dire che ora le cose sono diverse: “Lo scenario geostrategico appare mutato” e poi c’è “l’avanzamento tecnologico” che mette in discussione “gli stessi fondamenti antropologici”. Per non parlare delle “nuove traiettorie demografiche” (anche se a ben vedere è proprio sulla base di queste traiettorie che l’Europa contesta la quota 100, ma fa niente). Nella lettera non ci sono solo le scuse, ma anche le accuse. Nei confronti di tutti gli altri. Se l’Italia non rispetta le regole è perché “alcuni Paesi” fanno “una accentuata concorrenza fiscale”, che danneggia soprattutto l’Italia. Inoltre se l’economia italiana va male è perché – il riferimento è alla Germania – “alcuni grandi partner” puntano a “conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio” che danneggiano sempre l’Italia, anche perché “istigano reazioni protezionistiche da parte dei nostri più importanti partner commerciali” (eppure, a dire il vero, sia Conte sia Salvini hanno sempre appoggiato la politica protezionistica di Trump contro l’Europa e l’Italia). In questo atto, l’Avvocato del popolo sembra scegliere la strategia difensiva di John Belushi in “Blues Brothers”: “Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per il taxi. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!”. Non resta che sperare nella clemenza della corte.