Jerome Powell. Foto LaPresse

Trump vorrebbe un Draghi alla Fed

Redazione

Super Mario ha dato motivo a Powell per abbassare i tassi d’interesse, non oggi

Se si vuole un’ulteriore prova della visione corta della logica politica attuale si può osservare l’attacco di Donald Trump al discorso di Mario Draghi alla conferenza della Bce di martedì in cui il banchiere ha detto che l’Eurotower taglierà i tassi di interesse e rilancerà il suo programma di acquisto di titoli (Quantitative easing) nei prossimi mesi se, come ci si aspetta, l’inflazione resterà bassa a lungo. Per Trump il corso nuovamente espansivo della Bce rappresenta una concorrenza sleale verso gli Stati Uniti, il motivo è stato l’indebolimento dell’euro sul dollaro successivo al discorso di Draghi che dà carburante alle esportazioni europee. Matteo Salvini ha detto che l’Italia sarà il paese europeo più filotrumpiano. Ma le aziende del nord-est con l’euro basso esportano di più e meglio, e loro stanno con Draghi. Il filotrumpismo di Salvini è illogico quasi quanto l’antieuropeismo di Trump.

  

Lanciando l’ipotesi di un taglio dei tassi Draghi non solo ha fatto una dichiarazione di intenti ulteriore rispetto a quanto discusso in seno al Consiglio direttivo della Bce – attirandosi critiche interne – ma ha smarcato la Federal Reserve di Jerome Powell consentendole di procedere a un taglio dei tassi in futuro. In pratica Draghi ha annunciato di volere fare quello che Powell è refrattario a fare a breve, ovvero sostenere la politica fiscale attraverso un rilassamento della politica monetaria. Il comitato della Fed ha infatti lasciato i tassi invariati ma ha indicato la volontà di agire per sostenere la crescita americana citando possibili “incertezze”. Powell era stato pressato da Trump a muoversi in fretta, anche minacciando un declassamento di ruolo del banchiere, perché la crescita americana rimane solida ma gli ultimi dati macroeconomici sono misti, tra tenuta della spesa per consumi e incrementi occupazionali deludenti. Ulteriori stimoli potranno essere annunciati dalla Fed nei prossimi mesi, e forse quella di Trump verso un nuovo round espansivo in Europa è solo invidia: vorrebbe un Draghi alla Fed.

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