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Chiamatelo “Deaf”: sordi alla meta

In audizione imprese e sindacati danno consigli a un governo che non ascolta

Le audizioni preliminari al Documento di economia e finanza, presso le Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, sono cominciate con una bocciatura per il governo da parte di sindacati Cgil, Cisl e Uil, della Confindustria, delle associazioni degli agricoltori e della Svimez. Ogni associazione ha fatto notare di avere avuto occasione di confrontarsi più volte con esponenti governativi col risultato di non essere stata ascoltata.

 

Si potrebbe cambiare l’acronimo del documento programmatico da “Def” a “Deaf”, cioè “sordo” in inglese. “Abbiamo dovuto rilevare che è un documento senza un’idea di sviluppo, senza un’idea di paese”, dice la Uil. “Avevamo incontrato Luigi Di Maio, ci aveva detto che il documento avrebbe contenuto gli obiettivi del governo. Non abbiamo trovato soluzioni né obiettivi anche perché di programmazione per gli anni a venire non c’è nulla”. D’altronde alle misure “rivoluzionarie” – come il deputato M5s Nunzio Angiola ha chiamato quota 100 – si contrappone un effetto reale che di rivoluzionario non ha niente se non in senso negativo.

 

E’ lo stesso Def, ha notato Luigi Marattin del Pd, a certificare che l’impatto dei pensionamenti anticipati è di una riduzione dello 0,3 per cento del tasso di occupazione in tre anni e di un calo di un punto del tasso di partecipazione al lavoro in quattro anni. Dalle associazioni degli agricoltori si critica disattenzione al settore, lo stesso dalla Svimez riguardo al Mezzogiorno. Confindustria pare così scoraggiata da affermare che “nel 2019 una recessione potrà essere evitata solo grazie all’espansione della domanda estera, se non si verificheranno nel frattempo fenomeni che fermeranno gli scambi mondiali”. Come dire che la recessione ci sarà e il governo non sta facendo nulla per porre rimedio con politiche anticicliche dopo avere in parte determinato il peggioramento della situazione per quest’anno. “Ci saremmo aspettati una strategia, ma richiede collaborazione tra forze sociali e governo – dice la Cisl – cosa che ancora non riscontriamo”. Sordi alla meta.

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