La fiducia nel manifatturiero scende ai minimi da quattro anni

Mariarosaria Marchesano

L'indice composito torna positivo spinto dai servizi ma l'industria italiana, come quella tedesca, continua a soffrire. Per Draghi la domanda interna nella zona euro regge, ma l'incertezza resta elevata

Milano. Anche in Italia, come in Germania, è il settore dei servizi a restituire un po' di fiducia alle imprese, che, invece, continuano a temere fortemente le prospettive nel comparto manifatturiero. Nel mese di marzo, secondo l'Istat, a fronte di un calo della fiducia dei consumatori (11,2 punti rispetto a 112,4 di febbraio) si registra una dinamica positiva per l'indice che misura il clima di fiducia delle imprese, che passa da 98,2 a 99,2 del mese precedente. L'istituto di statistica spiega che tale indice “torna a crescere per la prima volta da giugno 2018, pur confermando per il quarto mese consecutivo un livello inferiore a quello medio dell'anno base”. Andando però a guardare com'è composto l'indice, emerge che il comparto dei servizi e delle costruzioni è sostenuto dalla favorevole evoluzione dei giudizi sugli ordini. Invece, nel comparto manifatturiero l'indice conferma i segnali negativi che si manifestano quasi ininterrottamente da settembre 2017 e a marzo 2019 scende ai minimi da quattro anni

   

Una dinamica che pare abbastanza simile a quella che si è vista questa settimana in Germania, dove l’indice Ifo del mese di marzo ha battuto tutte le previsioni attestandosi a 99,6 punti rispetto a 98,5 di febbraio. Due analisti consultati dal Foglio, Martin Moryson di Dws e Anna Grimaldi di Intesa Sanpaolo, concordano sul fatto che questa dinamica dipende in sostanza dalla capacità di reazione della domanda interna poiché l’industria tedesca sta ancora soffrendo, in particolare il settore manifatturiero legato in maniera preponderante a quello automobilistico. Quest'ultimo dipende dalla domanda estera su cui pesano fattori come il rallentamento della crescita americana e di quella cinese oltre al caos generato da un balbettante processo per la Brexit nel Regno Unito che è il terzo partner industriale della Germania. “È abbastanza normale che il settore manifatturiero italiano venga influenzato da quello tedesco dato il livello di interscambio tra i due paesi”, dice Anna Grimaldi, “e oggi in Germania si riscontra un indebolimento dell'industria che va oltre il comparto auto poiché comincia a coinvolgere anche il farmaceutico e altri settori”. 

    

Nel complesso, come ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, in un suo discorso a Francoforte, la domanda interna nella zona euro mostra segni di tenuta. Ma sul “suo andamento futuro potrebbero pesare alcuni fattori di incertezza, in particolare in Italia e in Francia”. La questione chiave è se la domanda interna reggerà in presenza di un prolungato rallentamento economico che coinvolge i paesi dove l'incertezza è maggiore. Secondo il presidente della Bce, “al momento, i dati suggeriscono che la domanda estera non ha ancora significativamente contagiato quella interna, ma i rischi sono saliti e l'incertezza resta elevata”. Motivo per cui Draghi ha confermato la sua visione già emersa durante l'ultimo consiglio direttivo dell'Eurotower e cioè che occorre ancora una politica monetaria “accomodante”.