Luigi Di Maio (foto LaPresse)

La tenaglia sul lavoro

Redazione

Richieste di disoccupazione e Cig in aumento. Citofonare Di Maio

Neanche il cambio di guardia ai vertici dell’Inps voluto dal governo, con la nomina di Pasquale Tridico e Adriano Morrone, ha potuto mitigare la lettura dei dati diffusi mercoledì dall’Istituto sull’andamento del mercato del lavoro. Nel mese di gennaio i contratti a tempo indeterminato sono aumentati, e questo renderà orgoglioso il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che contro il precariato ha varato il suo fiore all’occhiello, il decreto dignità. Ma l’altra faccia della medaglia ci dice molto sugli “effetti indesiderati” dello stesso provvedimento, su cui il governo era stato avvertito per tempo da economisti, associazioni di categoria e industriali.

 

Nel mondo del lavoro privato, le assunzioni sono state poco più di 600 mila, il 15 per cento in meno di gennaio dello scorso anno. Inoltre sono diminuiti i contratti a termine, e questo dato non è stato completamente assorbito dall’aumento degli indeterminati. Anzi, la parallela crescita delle domande di disoccupazione – che segnano il dato più alto degli ultimi quattro anni (più 13,4 per cento) – offre un indizio chiaro su cosa è successo a chi non ha ottenuto un rinnovo del suo contratto a termine. I vincoli legati all’introduzione delle causali e al numero di proroghe consentite, insieme alla recessione economica in cui si trova il paese da dicembre, hanno determinato un effetto tenaglia per le imprese. Chi non ha potuto permettersi di trasformare i contratti a termine in indeterminati, insomma, ha preferito concludere il rapporto di lavoro. A questo si aggiungono le richieste di cassa integrazione, che sono aumentate a gennaio come non succedeva da più di un anno (più 9,38 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018). A pesare di più è stata soprattutto la cassa straordinaria, che le aziende chiedono nelle crisi più gravi, seguite di norma dal Mise. Per il ministro dello Sviluppo e del Lavoro sarebbe il caso di non soffermarsi sull’unico dato positivo, ma di lavorare su tutti gli altri con il segno meno.

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