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Contrordine alla Tim

Redazione

Alleanze variabili lasciano il posto alla fissazione dello scorporo della rete

Contrordine. Tim non scorporerà più la rete fissa per fonderla con quella Open Fiber di Enel e Cdp e “creare una newco a capitale pubblico, un unico player italiano che permetta la diffusione per tutti i cittadini di internet e banda larga” (parole, queste, di Luigi Di Maio a novembre 2018, quando il vicepremier presentò un emendamento al decreto Semplificazioni). L’azienda, della quale Vivendi da una parte e fondo Elliott-Cdp dall’altra continuano a contendersi il controllo, sembra puntare ora a una varietà di partnership non solo sulla rete fissa ma anche su quella mobile a 5G, varietà che il suo ad Luigi Gubitosi ha definito ieri “50 sfumature di rete”. Il richiamo alla trilogia hot di E. L. James ha soddisfatto la Borsa con il titolo Telecom Italia anche ieri in ripresa e in (molto) parziale recupero sulle perdite degli ultimi mesi.

  

Il pragmatismo del navigatissimo manager si concretizzerà intanto nell’alleanza con Vodafone per la rete 5G, necessaria agli smartphone di prossima generazione, che comporterà il controllo alla pari di Inwit, azienda quotata delle torri di telefonia mobile nata nel 2015 per scissione da Tim, che ne è stata finora azionista di controllo e maggior cliente. Inwit, con 22 mila torri, è leader in Italia e seconda in Europa; l’alleanza azionaria con Vodafone, maggiore concorrente privato, indica una direzione che ha poco a che fare con l’internet di cittadinanza stile Di Maio. E’ difficile dire se lo stesso modello potrà essere applicato alla rete fissa: qui non solo il concorrente principale, Open Fiber, è pubblico, ma la presenza del Tesoro è strategica anche in Tim attraverso la Cdp, che peraltro sta aumentando la propria quota. Ma certo non si prevede più nessuno scorporo, tanto meno forzoso della rete Tim, che per il 23,9 per cento è di proprietà Vivendi e per circa la metà degli alleati dei francesi. E’ possibile che sia Open Fiber a entrare in Tim, facendo ovviamente crescere il peso italiano e del Tesoro (ma c’è anche flash fiber di Fastweb e Tim), con l’ex monopolista che invece scorporerebbe i servizi. Così verrebbe ripagato, e forse liquidato, l’investimento di Elliott. Mentre ci si può chiedere quale sarà il ritorno dall’investimento per l’impegno di Cdp, dietro input politico.

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