Alla presentazione de “L’Italia: molti capitali, pochi capitalisti” il libro scritto da Beniamino Piccone per Guido Roberto Vitale, svoltasi la settimana scorsa a Milano, sono risuonate le note accuse al nostro capitalismo: familistico, opportunista, incapace di grandi progetti, come dimostrato dal fatto di non avere costruito grandi imprese. Nessuno ha però indicato che le prossime settimane potrebbero segnare la fine di una delle poche che son rimaste: se Tim perderà il controllo della propria rete, rimarrebbe solo più un rivenditore...
Accedi per continuare a leggere
Se hai un abbonamento, ACCEDI.
Altrimenti, scopri l'abbonamento su misura per te tra le nostre soluzioni.
Questi alti lai mi ricordano molto gli strilli di quando Terna venne separata da ENEL. Tim non è in grado di stare in piedi senza la rete fissa dorsale? Si riorganizzi. E' da quando è stata privatizzata che ha in pancia il passato monopolista che le impedisce di essere un competitor vero nelle telco: la presunta posizione di vantaggio proveniente non fa che attirare investitori che poi non hanno il coraggio di ristrutturare.
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su Il Foglio
Commenti all'articolo
Skybolt
05 Febbraio 2019 - 12:12
Questi alti lai mi ricordano molto gli strilli di quando Terna venne separata da ENEL. Tim non è in grado di stare in piedi senza la rete fissa dorsale? Si riorganizzi. E' da quando è stata privatizzata che ha in pancia il passato monopolista che le impedisce di essere un competitor vero nelle telco: la presunta posizione di vantaggio proveniente non fa che attirare investitori che poi non hanno il coraggio di ristrutturare.
Report
Rispondi